“Abbiamo ridisegnato la mappa di certi quartieri, poiché a causa della distruzione le vigenti mappe erano inutilizzabili“, ci spiega un nostro collaboratore locale in Iraq (Qaraqosh, pianura di Ninive). “Per iniziare, abbiamo selezionato zone dove vi sia già un minimo di vita e servizi, di modo che le ricostruzioni non creassero l’effetto di una casa abitabile in mezzo a un quartiere vuoto“.

Najib sta pulendo la sua casa con l’aiuto di alcuni amici: lui, insieme ad altre 73 famiglie, ha ricevuto l’equipaggiamento e l’aiuto necessario per iniziare a restaurare casa per viverci.

Ghadeer, Tariq e Dani, invece, hanno ricominciato a vivere con la loro famiglia nella casa D257. “Idealmente volevamo tornare quando la situazione fosse più sicura e stabile“, afferma Tariq, ma di fatto hanno deciso di tornare prima mossi dal desiderio di tornare a casa e dall’offerta di aiuto ricevuta dai nostri partner. Tariq ci mostra come ogni casa nella zona presenti un enorme buco in una parete, una via di fuga che l’ISIS aveva creato in caso di attacco. Il livello di distruzione in alcuni quartieri della città è tale che le case sono totalmente collassate: in tal caso la ristrutturazione non è più possibile.

Altre case invece sono danneggiate o incendiate internamente, ma stanno in piedi e vale la pena ristrutturarle. Al di là di ciò che la nostra missione sta facendo, notiamo in giro per la città molte altre famiglie che puliscono, sistemano, riedificano e dipingono gli interni. “Lo so che il livello di sicurezza non è ok, ma desideravo così tanto ricominciare la mia vita qui!“.

Invertire la rotta per noi significa opporsi al fiume di oscurità e odio che ha sommerso il Medio Oriente e i cristiani in maniera particolare; significa riportare la luce del Vangelo, la potenza del perdono e dell’amore in terre che ne hanno un bisogno impellente. In questo si riassume la nostra adesione alla giornata mondiale del dono, un momento per dare al prossimo un dono gratuito, senza voler nulla in cambio, un concetto che Cristo ci ha insegnato.