In Nepal, i convertiti dall’induismo sono messi sotto grande pressione; sono considerati devianti dalla fede dei propri antenati, e perciò infrangenti la propria cultura e identità nazionale. I convertiti – e membri delle chiese protestanti – sperimentano pressione da parte della propria famiglia, amici, comunità ed autorità locali. Le chiese cattoliche, così come le chiese frequentate maggiormente dagli stranieri, spesso hanno meno problemi. Il Nepal ha un grande problema di instabilità politica, alimentata da lotte governative interne e dai continui screzi diplomatici tra Cina ed India. Gli estremisti indù talvolta traggono vantaggio da ciò e attaccano i cristiani.
Nel paese esiste una legge anti-conversione che è stata recentemente utilizzata per espellere cittadini stranieri. Questa legge può essere ampiamente applicata, e poiché afferma che chiunque causi la conversione di un individuo ad una religione differente può essere imprigionato, multato o deportato, è stata usata per colpire i cristiani. In alcune aree, i cristiani sono anche stati esclusi dal soccorso che il governo ha provveduto durante la pandemia di COVID-19, rimarcando il loro stato di cittadini di seconda classe.
Le donne e le ragazze cristiane la maggior parte delle volte si convertono al cristianesimo dopo testimonianze di guarigioni e miracoli nelle proprie vite o nei familiari più stretti. In ogni caso, è pericoloso per loro rivelare la propria fede, così prendono parte ai culti in chiesa segretamente o senza dire nulla. Quando sono scoperte, sono spesso discriminate dai coetanei, socialmente emarginate e severamente picchiate dai membri della propria famiglia. I familiari prossimi dei cristiani possono rinchiuderle in casa. Dopo essere state isolate, sono spesso private dei beni di prima necessità, supporto educativo, potestà genitoriale e diritti legali fondamentali. La violenza fisica viene gradualmente dopo le torture mentali ed emotive. Nella fase iniziale, sono emotivamente torturate dai membri più stretti della famiglia (cioè, marito, consuoceri, genitori). Gradualmente, questi abusi proseguono fino a renderle emarginate, ponendole in una posizione socialmente vulnerabile.
In alcune rare occasioni, le famiglie prendono accordi prematrimoniali per far sposare le figlie a uomini non cristiani. Ci sono alcuni episodi riportati in tal senso, che includono minacce di morte.
Gli uomini e i ragazzi cristiani recentemente convertiti sono particolarmente vulnerabili a torture mentali e fisiche da parte della famiglia e della società. Viene loro spesso negato l’accesso alle proprietà da parte dei membri della famiglia più stretta e negati diritti legali basilari come un certificato di nascita o di cittadinanza dagli amministratori del governo locale. Inoltre, chi è conosciuto per essersi convertito, affronta molestie nei luoghi pubblici come i mercati o il luogo di lavoro.
Secondo le leggi del Nepal, i cittadini non possono essere esclusi dai pubblici uffici a causa della propria fede. Ad ogni modo, i cristiani nel servizio pubblico, specialmente nell’esercito, lamentano che nella pratica, viene loro negata la promozione per via della propria fede. Nelle aree rurali, è stato segnalato che gli induisti ostacolano i cristiani dall’essere parte attiva della comunità e in altri contesti pubblici. Nell’esercito nepalese, nella polizia e nelle posizioni di governo, i cristiani sono costretti a adorare divinità indù e osservare le festività induiste. Ciò include mangiare cibi dedicati agli idoli o mettersi polvere rossa sulla testa durante le festività. Gli uomini cristiani solitamente emigrano verso nuove città o aree per ristabilirsi ed evitare privazioni economiche.
I pastori e i responsabili delle chiese locali indipendenti sono il principale obiettivo di vessazione per ragioni legate alla fede. Gli estremisti indù focalizzeranno i loro attacchi sui leader di chiesa per dare l’esempio ad altri cristiani nell’area. Essi attaccano i leader di chiesa anche perché costoro vengono percepiti come i principali responsabili del crescente numero di conversioni cristiane. Quando uomini e ragazzi sono severamente picchiati e socialmente emarginati, hanno sempre meno possibilità economiche di sostenere le proprie famiglie. La maggior parte delle volte gli uomini e i ragazzi più grandi sono i capifamiglia, quindi questa forma di discriminazione significa che l’intera famiglia affronterà sia problemi economici che di insicurezza sociale.
“Nel mio villaggio non mi permettono di prendere l’acqua dal pozzo, e non ci è permesso nemmeno di toccare il manico della pompa dell’acqua. Spesso, vado segretamente di notte per attingere l’acqua”.
Il Nepal è sceso di due posizioni dal 2020 al 2021, nella World Watch List – eppure, la persecuzione è effettivamente cresciuta. Ma la persecuzione è cresciuta globalmente, questo è il motivo per cui il Nepal è più in basso nella lista. La pressione è alta per i cristiani in ogni sfera della vita, particolarmente nella sfera privata e in quella nazionale. Ciò dimostra quanto sia restrittiva la vita per i cristiani convertiti dall’induismo, e quanto più le autorità governative rendano la vita difficile per i seguaci di Cristo.
I cristiani convertiti dall’induismo sono maggiormente a rischio in Nepal. Spesso questa situazione è peggiore nelle aree rurali che in quelle urbane. In più, tutti i cristiani rischiano di essere accusati per via della legge anti-conversione.
Porte Aperte lavora attraverso partner locali e volontari in Nepal. Il ministerio è focalizzato in varie aree, come la distribuzione di materiale cristiano e Bibbie, la formazione di responsabili di chiesa e dei credenti (inclusa la preparazione alla persecuzione), aiuti socioeconomici (inclusi aiuti d’emergenza per il COVID-19) difesa e aiuto legale, e progetti particolari in base alle richieste delle chiese locali.
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