I cristiani yemeniti solitamente tengono nascosta la propria fede perché, nel caso in cui venissero scoperti, potrebbero andare incontro alla pena di morte. Abbandonare l’islam è proibito, e tutti gli yemeniti sono riconosciuti come musulmani da parte delle autorità governative. Non sono solo le autorità a perseguitare i cristiani. I gruppi islamici militanti minacciano di morte i cristiani ex musulmani. Le tribù possono uccidere o bandire coloro che si convertono al cristianesimo.
La guerra in corso, la crisi umanitaria e la pandemia dovuta al COVID-19 stanno impattando tutti i cittadini yemeniti, ma i cristiani sono ancora più vulnerabili perché i beni di primo soccorso nella maggior parte dei casi vengono distribuiti attraverso organizzazioni che utilizzano i leader religiosi musulmani locali e le moschee. Si ritiene che costoro discriminino coloro che non sono considerati musulmani devoti. Ci sono resoconti di cristiani yemeniti a cui è stato rifiutato il trattamento presso ospedali con risorse insufficienti.
Le donne yemenite hanno pochi diritti e sono monitorate strettamente. Le donne cristiane di origine musulmana sono particolarmente vulnerabili. Spesso sono tenute lontane dalle altre persone e, se la loro nuova fede venisse scoperta, potrebbero diventare le seconde o terze mogli di uomini musulmani e tenute in ostaggio nella nuova casa. I matrimoni forzati sono utilizzati contro le giovani ragazze, visto che non esiste un’età minima per contrarre matrimonio. La legge non considera reato lo stupro coniugale. Nel caso in cui una donna cristiana sia costretta a divorziare da un uomo musulmano, ella potrebbe perdere la custodia dei figli, i quali andranno al padre o a qualche parente musulmano.
Gli uomini più giovani sono maggiormente vulnerabili alla persecuzione, rispetto agli uomini più anziani. Questo per via della gerarchia su cui si basa la società. I ragazzi e i giovani di 10 anni potrebbero essere costretti a far parte delle milizie. Rispetto alle donne, gli uomini corrono maggiori rischi di essere uccisi, rapiti, torturati e licenziati per la propria fede. Sono anche maggiormente esposti all’arresto da parte delle autorità locali e generalmente sono più esposti ad affrontare la persecuzione nelle sfere della vita pubblica. Le donne, invece, affrontano maggiore persecuzione nelle sfere della vita privata.
“Noi credenti portiamo una speranza che ci aiuta con la certezza che domani andrà meglio e che per mezzo della volontà del nostro Signore, supereremo tutto questo e tutte le ansietà e le paure che ci circondano.”
La persecuzione resta estrema in quasi tutte le sfere della vita. Ci sono relativamente poche segnalazioni di atti violenti contro i cristiani in Yemen, anche se questo dato è in aumento rispetto all’anno passato. Ad ogni modo, è quasi impossibile compiere ricerche e verifiche sugli attacchi violenti, per via della guerra in corso, della segretezza che i cristiani devono mantenere e per la sfida che comporta avere contatti con i credenti nascosti. È presumibile che ci sia maggiore violenza rispetto a quella che viene riportata.
I convertiti al cristianesimo di origine musulmana sono maggiormente esposti alla persecuzione e ad oggi compongono il maggior numero della popolazione cristiana yemenita, visto che per via della guerra molti cristiani espatriati o migranti hanno lasciato il paese. La parte meridionale del paese, dove è presente una forte presenza di Al Qaeda, è particolarmente pericolosa.
Porte Aperte supporta i cristiani nella Penisola araba attraverso la preghiera, la distribuzione di letteratura cristiana e la formazione dei credenti e dei pastori.
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch