Sebbene i cristiani rappresentino una piccola percentuale della popolazione algerina, incontrano crescenti ostacoli alla libertà religiosa. Le leggi che regolano il culto non musulmano vietano tutto ciò che potrebbe “scuotere la fede di un musulmano” o essere usato come “mezzo di seduzione per convertire un musulmano a un’altra religione”. Nonostante nel novembre del 2020 sia stata introdotta una nuova costituzione, rimane in vigore una legge del 2006 che reprime il culto.
Durante lo scorso anno, diversi cristiani sono stati perseguiti e imprigionati con l’accusa di blasfemia e proselitismo. Le autorità algerine stanno anche conducendo una campagna sistematica (ancora in corso) contro la Chiesa Protestante: 13 chiese a cui erano stati forzatamente apposti i sigilli rimangono chiuse e altre tre sono state costrette a chiudere.
La maggior parte dei cristiani nel paese sono ex musulmani e, come nella maggior parte dei paesi del nord Africa, questi credenti affrontano una forte opposizione da parte della loro famiglia e comunità. Ciò può comportare molestie, percosse, minacce e reclusione, nonché pressioni affinché aderiscano alle norme e ai riti islamici. La pressione e il pericolo affrontati dai cristiani sono particolarmente elevati nelle parti arabe, rurali e religiosamente più conservatrici del paese. Negli anni ’90 del secolo scorso, queste regioni hanno agito come una roccaforte per gli insorti islamisti nella lotta contro il governo.
Molte donne cristiane in Algeria scelgono di mantenere segreta la loro fede, soprattutto se sono ex musulmane. Se la fede di una donna venisse scoperta dalla sua famiglia, potrebbe essere costretta a sposarsi con un musulmano, come misura correttiva per riportarla all’islam. Le donne cristiane convertite dall’islam sono spesso picchiate, vessate, minacciate e/o segregate in casa dalle loro famiglie a causa della loro fede. La violenza è particolarmente diffusa nell’ovest e nel sud dell’Algeria, dove i delitti d’onore sono un grande rischio, nonostante nel 2016 sia stata concessa la protezione legale dalla violenza contro le donne. Sul posto di lavoro, le donne cristiane possono perdere il loro impiego, subire molestie e aggressioni sessuali e ricevere minacce di morte.
Gli uomini cristiani in Algeria spesso affrontano persecuzioni economiche -possono perdere il lavoro o essere costretti a lasciarlo a causa delle molestie. Poiché gli uomini sono le fonti principali di reddito nelle famiglie algerine, la perdita del lavoro può avere un effetto paralizzante su tutta la famiglia, creando paura e senso di impotenza. Sebbene non sia comune, gli uomini hanno anche maggiori probabilità di essere imprigionati, il che influisce sulla loro capacità di lavorare. Alla luce di queste pressioni, alcuni uomini cristiani scelgono di emigrare.
Le famiglie sono spesso fonte di persecuzione, con percosse fisiche, insulti verbali e minacce. Gli uomini cristiani ex musulmani hanno maggiori probabilità di essere costretti a lasciare la loro casa rispetto alle donne convertite, e devono affrontare il rifiuto della comunità più ampia. Se la loro fede viene scoperta, possono anche essere picchiati e condotti a forza nella moschea locale.
“Questo è semplicemente un attacco contro noi cristiani algerini e contro le chiese”. Il pastore Rachid guida una chiesa e gestisce una libreria, dove vende Bibbie e altri libri cristiani. Nel febbraio 2021, lui e il suo assistente Nouh sono stati condannati per proselitismo e vendita di libri che “scuotono la fede dei musulmani” e condannati a pene detentive. La chiesa di Rachid è stata forzatamente chiusa e sono stati apposti i sigilli nel mese di luglio del 2021.
Sebbene nessuna chiesa sia stata chiusa nel 2020, nel 2021 tre sono state costrette a chiudere, nella regione di Orano. Nonostante gli appelli della Chiesa Algerina, nessuna chiesa è stata riaperta: l’eredità della persecuzione degli anni precedenti rimane alta nel paese.
Nella parte araba del paese, soprattutto al sud, la vita è particolarmente dura per i cristiani e il numero delle chiese è molto basso. Gli estremisti islamici violenti non hanno un’ampia base di appoggio tra la gente, ma l’islam ha una salda presa sul paese. La maggior parte dei cristiani vive nella regione della Cabilia, nel nord dell’Algeria. Il popolo cabili è un gruppo etnico berbero e i credenti qui subiscono discriminazioni da parte delle autorità algerine sia per la loro fede che per la loro etnia.
In collaborazione con i partner locali, Porte Aperte sostiene la Chiesa in nord Africa attraverso la formazione della leadership e il discepolato, la distribuzione di Bibbie e letteratura cristiana, la fornitura di mezzi di sussistenza, la cura dei traumi, il soccorso e l’assistenza legale e i gruppi di sostegno alle donne.
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