Dal 1959 Cuba è governata dal Partito Comunista, il quale cerca di controllare la Chiesa secondo la propria ideologia. Il governo reagisce duramente contro le voci d’opposizione e i dimostranti, così quando i responsabili delle chiese o gli attivisti cristiani criticano il regime affrontano l’arresto, la chiusura delle loro chiese o attività economiche, detenzione e molestie da parte del governo e dei suoi simpatizzanti.
Alle nuove chiese viene spesso negata la registrazione, poiché le autorità vogliono controllare e limitare l’influenza della Chiesa costringendo molte comunità ad operare illegalmente. Questo conduce all’imposizione di sanzioni, al completo rifiuto di rilasciare licenze, multe pesanti, confisca di proprietà o addirittura la demolizione o la chiusura delle chiese, incluse quelle domestiche. Il governo controlla tutti i media e limita l’accesso dal mondo esterno: è quindi molto difficile per i cristiani comunicare liberamente nel Paese.
Le donne e le ragazze cristiane vengono spesso criticate aspramente per i loro valori sessuali conservatori. Questa è una sfida particolare per le donne cristiane incinte di bambini con malformazioni genetiche, che subiscono pressioni per abortire.
Le donne cristiane sono tra quelle che perdono il lavoro, ricevono minacce e controlli e vengono maltrattate dalla polizia a causa del loro attivismo, come le “Signore in bianco”, un gruppo di donne fondato dai parenti dei prigionieri politici.
Il servizio militare è obbligatorio per gli uomini. Se si scopre che i militari sono cristiani attivi o che hanno genitori cristiani, spesso affrontano persecuzioni nel caso in cui il loro comandante abbia pregiudizi contro i credenti. Gli uomini cristiani hanno generalmente maggiori probabilità di essere arrestati o molestati poiché è più probabile che ricoprano posizioni di responsabilità dalle quali potrebbero manifestare critiche al comportamento del governo, sulla base del loro credo cristiano. Anche i membri del Movimento Cristiano di Liberazione sono continuamente monitorati e minacciati.
I pastori sono sotto stretto controllo da parte del regime comunista di Cuba. Affrontano pestaggi, arresti, confisca di letteratura cristiana, distruzione di proprietà e minacce di morte. Anche i figli degli attivisti o dei pastori sono vulnerabili e possono affrontare maltrattamenti da parte dei loro insegnanti e dei loro coetanei. Una fonte di Porte Aperte afferma: “gli uomini e i ragazzi cristiani a Cuba vengono percossi: gli adulti fisicamente, i bambini nell’anima”.
“I funzionari del governo si sono uniti ad alcuni dei gruppi WhatsApp che le chiese hanno creato. Lo fanno per monitorare le nostre attività”.
Il pastore Jorge è un leader di una chiesa a Cuba che ha sperimentato severe restrizioni.
La persecuzione a Cuba continua a peggiorare. L’anno scorso la nazione era appena fuori dai primi 50 paesi della WWList (al 51°posto) e l’anno precedente era al 61°. Questo continuo aumento è il risultato di misure altamente restrittive contro le chiese, ritenute oppositrici del regime, specialmente quelle Protestanti non registrate. La crisi dovuta al COVID-19 è stata usata come pretesto per ostacolare le attività delle chiese e delle comunità, monitorare i responsabili delle chiese, effettuare arresti arbitrari, confiscare proprietà private e imporre taglieggiamenti . Responsabili cristiani di diverse denominazioni sono stati tra gli arrestati durante .
I responsabili delle chiese e gli altri che parlano contro il regime comunista sono più esposti alla persecuzione a Cuba.
I partner di Porte Aperte rafforzano la Chiesa perseguitata a Cuba attraverso distribuzione di Bibbie, progetti di sussistenza, formazione biblica, progetti di sviluppo della leadership e sviluppo socioeconomico per aumentare l’autosufficienza della Chiesa.
Per favore pregate:
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch