In Bhutan ci si aspetta che tutti i cittadini siano buddisti, quindi chi si converte al cristianesimo può subire trattamenti aggressivi da parte della famiglia e della comunità locale, affinché rinunci alla fede. Questo include la perdita del lavoro o dell’eredità. Alcuni cristiani vengono accusati ingiustamente di essere stati corrotti per convertirsi. L’ostracismo da parte della famiglia genera un’enorme differenza nella vita di un bhutanese, poiché la cultura è fortemente comunitaria e la protezione della famiglia è fondamentale.
Nessuna chiesa è ufficialmente riconosciuta da parte dello Stato, il che significa che tutti i cristiani che si incontrano per celebrare un culto, tecnicamente lo fanno illegalmente. Le autorità locali spesso rifiutano di rilasciare ai cristiani un certificato di non opposizione, essenziale per ottenere un lavoro e registrare una proprietà.
Le donne convertite al cristianesimo dall’induismo o dal buddismo sono più esposte al rischio di persecuzione. Quelle sposate con non cristiani possono subire il divorzio o, in alternativa, pressioni sociali affinché rimangano con i loro mariti nonostante gli abusi domestici. Quelle nubili sono a rischio di matrimonio forzato.
Gli uomini convertiti possono essere disconosciuti dalle loro famiglie e perdere l’eredità. Questo senso di isolamento e rifiuto è spesso aggravato dalle forti pressioni esercitate dalla comunità locale per indurli a rinunciare alla loro fede. Chi perde il lavoro a causa della propria fede può avere difficoltà nel provvedere al sostentamento della famiglia, dal momento che gli uomini tendono a essere i principali percettori di reddito.
“Ho trovato vita e speranza in Gesù. Tutto il tempo che ho in questo mondo voglio usarlo per il Suo regno”. – Meena è una giovane cristiana che affronta pressioni da parte della sua comunità locale a causa della sua fede in Gesù.
Complessivamente, la persecuzione in Bhutan non è cambiata molto. Nonostante nel settembre 2019 il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite abbia affermato che le organizzazioni religiose non devono necessariamente essere registrate per poter praticare la fede, i cristiani non sono ancora stati ufficialmente riconosciuti nel Paese. I gruppi cristiani possono riunirsi, ma devono farlo senza destare attenzioni. I convertiti continuano a essere spesso ostracizzati dalla famiglia e dalla società.
Chi si converte dal buddismo è particolarmente esposto alle persecuzioni in Bhutan.
Porte Aperte opera mediante partner locali per rafforzare i cristiani perseguitati in Bhutan attraverso il sostegno in preghiera e altri aiuti pratici di emergenza.
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