Rispetto ai cristiani che vivono in altri Paesi del Medio Oriente, la maggior parte dei cristiani in Giordania vive una vita sicura e stabile. La maggioranza appartiene alla chiesa ortodossa o cattolica romana, entrambe riconosciute dal governo. La Giordania è tollerante verso coloro che rimangono nella propria religione di nascita. Tuttavia, le chiese non tradizionali, coloro che vengono percepiti come diffusori attivi del Vangelo e i convertiti al cristianesimo di origine musulmana possono sperimentare persecuzione.
In Giordania, le comunità cristiane vengono monitorate e i cristiani di origine musulmana, se manifestano apertamente la propria fede, possono essere sottoposti a percosse, arresto o uccisione. I convertiti al cristianesimo di origine musulmana vengono interrogati e percossi per giorni e ricevono pressioni per fornire informazioni su altri cristiani. Per i convertiti dall’islam è impossibile sposare un cristiano o una cristiana, in quanto continuano ad essere legalmente considerati musulmani: solo i cristiani di denominazioni tradizionali possono sposarsi legalmente tra loro. La sharia (legge islamica), afferma che se una moglie cristiana si converte all’islam, anche il marito deve convertirsi affinché il matrimonio conservi la sua valenza legale. Coloro che vengono visti aiutare o incoraggiare i convertiti di origini musulmana possono ricevere minacce e affrontare difficoltà a causa di questo.
La Giordania ospita alcuni estremisti islamici militanti ritornati dalle guerre in Siria e Iraq. Costoro rappresentano una minaccia per la comunità cristiana.
Le donne che si convertono al cristianesimo talvolta vengono segregate in casa, percosse e sottoposte a molestie sessuali. Le donne cristiane, specialmente se non rispettano il codice di abbigliamento islamico, rischiano di essere oggetto di molestie verbali e sessuali in pubblico. Alcune vengono fatte sposare velocemente a musulmani per preservare l’onore della famiglia e spegnere sul nascere la nuova fede. Nelle aree rurali sussiste il rischio che avvengano delitti d’onore, tuttavia, non sono stati segnalati casi recenti.
Le donne sposate che diventano cristiane rischiano di essere oggetto di violenze, subire il divorzio forzato e perdere l’affido dei propri figli, nonché l’eredità, in base al diritto di famiglia islamico. Non possono recarsi all’estero senza il permesso della famiglia, così diventa per loro difficile fuggire.
I cristiani continuano a essere interessati da episodi di discriminazione sul posto di lavoro, specialmente se sono di origine musulmana. Se la loro fede viene scoperta, i convertiti al cristianesimo di origine musulmana possono vedersi negati i nulla osta di sicurezza e il lavoro. La condizione di disoccupazione di un uomo incide negativamente sulla famiglia.
Gli uomini cristiani inoltre devono affrontare pressioni da parte delle autorità. Gli uomini, in particolare i responsabili delle chiese, vengono interrogati dai servizi di intelligence e subiscono pressioni affinché forniscano informazioni su altri cristiani, specialmente se aiutano convertiti al cristianesimo di origine musulmana. Negli ultimi mesi, diversi ex musulmani sono stati interrogati per alcuni giorni e uno di loro è stato percosso con una sedia di metallo, subendo danni al fegato.
“Ero un bullo, causavo problemi, ora sono una nuova creatura in Cristo Gesù. Sono sempre più simile a Lui”.
La leggera diminuzione del punteggio della Giordania è da attribuire prevalentemente a un numero minore di incidenti violenti segnalati. Ad esempio, non sono stati segnalati casi di cristiani costretti a lasciare le proprie case o a fuggire internamente o fuori dal Paese. Vengono comunque segnalati episodi, come attacchi di abusi fisici, che colpiscono prevalentemente i convertiti di origine musulmana.
I cristiani convertiti dall’islam sono quelli che affrontano la persecuzione più intensa; in particolare nelle aree rurali, dove la pressione e il controllo sociali sono maggiori. Il sud del Paese è quello maggiormente islamico conservatore.
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