Durante l’ultima decade si sono registrati alcuni progressi in merito ai diritti delle donne. Ma dal colpo di Stato (febbraio 2021) tali progressi sono a rischio. L’esercito, che ha esteso il proprio potere, è noto per aver perpetrato violenze di genere. Le donne cristiane, specialmente quelle che appartengono a minoranze etniche, vivono sotto la costante minaccia di stupri e assalti fisici da parte delle forze armate.
In generale le donne non godono di un solido sistema di protezione legale. Ad esempio, le donne cristiane sposate con non cristiani possono essere legalmente sottoposte a pressioni per seguire la religione del marito. Questo non vale per le donne buddiste. La norma, pensata per colpire la minoranza musulmana, ostacola le donne che si convertono dal buddismo al cristianesimo. All’interno di famiglie in cui gli sposi appartengono a religioni differenti, se la figlia decide di diventare cristiana, il padre non cristiano spesso organizza per lei un matrimonio con un uomo buddista. Né la madre né la ragazza hanno la possibilità di opporsi a tale decisione.
La minoranza musulmana Rohingya utilizza il matrimonio come mezzo per promuovere l’islam tra le ragazze cristiane. Gruppi di estremisti Rohingya rapiscono donne Rohingya cristiane e le costringono a sposare uomini musulmani, con l’intento di convertirle all’islam.
In Myanmar gli uomini sono i principali percettori del reddito familiare. Se un uomo perde il lavoro o viene espulso dal villaggio a causa della sua fede, quindi, l’intera famiglia ne soffrirà. Questo tipo di persecuzione è reale e tangibile per i convertiti. Alcuni uomini si trovano intrappolati in lavori forzati. I convertiti rischiano minacce, offese e percosse.
Anche all’interno delle forze armate è difficile per gli uomini cristiani praticare la propria fede. Le forze militari del Myanmar sono note per aver imposto lavori forzati ai cristiani per evitare che questi potessero prendere parte ai culti domenicali o avere contatto con la comunità cristiana. Gli uomini spesso vengono presi di mira per essere arruolati nelle milizie. Coloro che si rifiutano possono andare incontro a intimidazioni, minacce e torture. Anche i pastori e i responsabili di chiesa che scoraggiano i giovani ad arruolarsi in queste milizie possono diventare vittime degli insorti. La persecuzione sui responsabili di chiesa viene utilizzata come ammonimento per l’intera comunità cristiana, la quale diventa così vulnerabile.
La scuola Na Ta La cerca di convertire i figli dei cristiani al buddismo. Questo è un modo efficace per fermare la trasmissione del cristianesimo alle future generazioni. I bambini in queste scuole vengono cresciuti per diventare monaci buddisti.
Da quando i militari hanno preso il controllo, nel febbraio 2021, la situazione nelle aree cristiane è peggiorata. In tutta la nazione si sono intensificati i combattimenti e la minoranza cristiana subisce le conseguenze di questi attacchi. Ci sono sempre più cristiani che vivono come rifugiati interni in campi profughi o chiese, senza adeguate cure o cibo.
La realtà quotidiana vede i cristiani vivere senza eguali diritti e protezione legale rispetto alla maggioranza buddista. Sempre di più i cristiani diventano vittime di attacchi violenti condotti impunemente da parte degli aggressori. Anche negli Stati a maggioranza cristiana, come Chin e Kayah, le chiese storiche affrontano attacchi. Pastori e operatori umanitari cristiani sono stati uccisi. Le forze governative attaccano i villaggi cristiani e le chiese, mentre i monasteri buddisti restano quasi del tutto inviolati.
I convertiti al cristianesimo subiscono persecuzioni anche da parte delle loro famiglie buddiste, musulmane o tribali e sono esclusi dalla vita delle loro comunità. Le comunità intenzionate a restare esclusivamente buddiste rendono la vita impossibile alle famiglie cristiane impedendo loro l’accesso alle risorse comunitarie, come ad esempio all’acqua. Anche i gruppi di chiese non tradizionali affrontano persecuzione, specialmente quelle che si trovano nelle aree rurali o note perché attive nella condivisione della fede cristiana.
“Se odiano qualcuno, non hanno paura di ucciderlo. Nessun rimorso o senso di colpa. Qui funziona così”. Naomi, moglie di un pastore.
Il 2022 ha visto il Paese allontanarsi ancora di più da una possibile risoluzione del conflitto violento iniziato con il colpo di Stato nel febbraio 2021. I combattimenti continuano e, in alcune parti della nazione, stanno aumentando. La minoranza cristiana è tra quelli che sopportano il peso maggiore degli attacchi. Alcuni cristiani sono stati uccisi e qualche chiesa attaccata o distrutta. Il governo ha molto lavoro da fare per diventare più inclusivo nei confronti delle minoranze etniche e religiose, compresa quella cristiana.
La persistente guerra civile tra gruppi armati etnici e i militari sta affliggendo in maniera spropositata le comunità cristiane negli Stati a maggioranza cristiana come Chin, Kachin, Karen e Kayah. Nel Kachin e nello Stato Shan, dove i combattimenti si stanno intensificando, i cristiani sono stati uccisi, detenuti e costretti ad andarsene.
I cristiani di origine buddista, musulmana o tribale affrontano forte pressione per spingerli a rinunciare alla fede cristiana, specialmente da parte delle loro famiglie e comunità. L’esiguo numero di cristiani convertiti di origine musulmana che vive in mezzo alla comunità Rohingya è particolarmente vulnerabile e affronta la persecuzione sia per la propria appartenenza etnica che per la conversione da un contesto musulmano. Le famiglie e le comunità esercitano molta pressione affinché questi convertiti tornino all’islam.
Lavorando con partner locali, Porte Aperte rafforza i cristiani perseguitati in Myanmar mediante distribuzione di letteratura cristiana, programmi di discepolato, aiuti d’emergenza e varie tipologie di corsi.
Per favore, pregate:
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch