Skip to main content
Qatar
Leader
Emiro Tamim bin Hamad al-Thani
Popolazione
2.980.000
Cristiani
409.000
Religione principale
Islam
Governo
Monarchia assoluta

Livello di persecuzione

Violenza
1.5
Vita di chiesa
14.4
Vita civile
13.2
Vita sociale
10.5
Vita famiglia
14.1
Vita privata
14.2

Qatar

Sceso di 16 posizioni rispetto alla World Watch List 2022.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Qatar

I cristiani in Qatar si dividono in due categorie: cristiani espatriati e cristiani di origine musulmana. I cristiani espatriati costituiscono il gruppo più numeroso e si tratta perlopiù di lavo-ratori migranti provenienti dall’Asia e dall’Africa. Non sono liberi di praticare aper-tamente la loro fede e parlare di Gesù a un musulmano potrebbe condurli ad af-frontare procedimenti giudiziari o all’espatrio. Le chiese degli espatriati vengono attentamente monitorate e solo un numero selezionato di chiese è stato autorizza-to. Si trovano confinati in un’area appositamente designata dove lo spazio è spes-so insufficiente. Molti lavoratori migranti devono vivere e lavorare in condizioni pre-carie e la fede cristiana va ad aggiungersi alla loro situazione di vulnerabilità.

I cristiani ex musulmani affrontano persecuzioni più gravi, tra cui discriminazio-ni, vessazioni e monitoraggio da parte della polizia. La conversione dall’islam non è ufficialmente riconosciuta ed è probabile che porti alla perdita dello status sociale e a problemi legali in materia di proprietà e questioni domestiche. La maggior parte dei convertiti è costituita da lavoratori stranieri che spesso vivono all’interno della propria comunità nazionale o etnica. In genere subiscono la stessa pressione che avrebbero nei loro paesi d’origine. I credenti del Qatar sono pochi e mantengono segreta la loro fede. Subiscono intense pressioni e bullismo da parte delle loro stesse famiglie. Quasi tutti i cristiani del Qatar si sono convertiti all’estero e la mag-gior parte di loro non torna nel Paese per paura.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Vivendo sotto la Sharia (legge islamica), le donne nella penisola araba sono soggette a limitazioni dei loro diritti umani e a restrizioni sociali. Culturalmente è accettato che le autorità non interferiscano con la vita domestica delle famiglie, questo significa che la violenza domestica spesso rimane impunita. Le donne che si convertono dall’islam al cristianesimo affrontano la persecuzione da parte delle loro famiglie se la loro fede viene scoperta. Legalmente e cultural-mente è accettabile che la famiglia di una convertita ne limiti i viaggi, le neghi il so-stegno finanziario, la privi delle comunicazioni esterne (come telefono o internet) e la sottoponga a segregazione domestica. Nei casi più gravi, le convertite sono vit-time di violenze sessuali o anche dei cosiddetti delitti d’onore.

Alle donne di origine musulmana è legalmente vietato sposare non musulmani. Il matrimonio forzato con un musulmano può essere usato come arma per spingere una cristiana convertita a tornare all’islam. Nei casi più estremi, la libertà della donna è limitata a tempo indeterminato e la donna è ridotta in condizioni di schiavi-tù sessuale, privata di ogni rispetto e di ogni contatto sociale. Sebbene non primariamente per motivi di fede, le lavoratrici migranti cristiane, mol-te delle quali impiegate come domestiche, spesso subiscono abusi sessuali o ven-gono trattate come schiave dai loro datori di lavoro.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Gli uomini che si convertono al cristianesimo spesso subiscono pressioni da parte delle loro famiglie affinché tengano nascosta la propria fede. Quando la loro conversione diventa nota, la famiglia allargata può minacciarli di portare via mogli e figli e collocarli presso un’altra famiglia. I convertiti le cui mogli accettano di rima-nere, possono avere libertà di culto nel privato ma è loro vietato condividere la fede con i figli. Tendono quindi ad essere isolati dalla comunità cristiana e hanno poche opportunità di crescere nella nuova fede.

Gli uomini cristiani sono sotto pressione anche nell’ambito lavorativo e la perdi-ta dello status sociale e del lavoro si ripercuote sull’intera famiglia attraverso l’isolamento sociale, la perdita di reddito e di opportunità future. Coloro che sono coinvolti nel ministero cristiano, solitamente uomini, sono tenuti a riferire i dettagli delle attività della chiesa alle autorità.

Cosa è cambiato quest’anno

La pressione sui cristiani, in particolare sui cristiani ex musulmani, rimane a un livello estremamente elevato. Molte chiese domestiche precedentemente chiuse non sono state autorizzate a riaprire, il che ha reso difficile per queste comunità cri-stiane il riunirsi e incoraggiarsi a vicenda. Le attività di monitoraggio e la sorve-glianza hanno continuato ad essere molto pervasive. A causa della mentalità qata-riota, i convertiti continuano ad affrontare limitazioni, restrizioni e persecuzioni su ogni fronte: dal governo, dalla società e dalle loro stesse famiglie.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

I cristiani ex musulmani del Qatar sono i più vulnerabili alle persecuzioni. Sono considerati apostati, subiscono vessazioni dalla società e rischiano persino di es-sere uccisi dalla loro famiglia. I legami familiari e di clan sono molto forti e la reli-gione non è mai solo una questione di credo privato: fa parte dell’identità della fa-miglia allargata e della tribù. Abbandonare l’islam non è quindi solo un cambia-mento di religione, significa anche lasciare la famiglia. Ciò rappresenta una minac-cia verso la lealtà del gruppo, poiché apparire deboli porta un’enorme vergogna sulla famiglia; questo spiega la ferocia con cui le famiglie trattano i convertiti.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Qatar

Porte Aperte sostiene il corpo di Cristo nella Penisola Araba tramite la preghie-ra, distribuendo risorse bibliche e formando credenti e pastori.

Soggetti di preghiera

Per favore pregate:

  • per i credenti nascosti nella Penisola Araba. Chiedete a Dio di rafforzare la loro fede e di far sentire la Sua presenza, anche quando non possono rivelare la loro fede a nessun altro;
  • ringraziate Dio per il crescente numero di cristiani nella Penisola Araba. Pregate che la cultura cambi e diventi più tollerante nei loro confronti;
  • per la protezione dei lavoratori migranti cristiani che subiscono maltrattamenti da parte dei loro datori di lavoro.

GALLERY

Qatar Galleria 01
Qatar Galleria 02
Qatar Galleria 03
Qatar Galleria 04
Qatar Galleria 05
Qatar Galleria 06