È estremamente pericoloso essere cristiani in Yemen, a causa delle severe leggi islamiche del Paese e della presenza di gruppi islamici militanti.
La popolazione è prevalentemente musulmana ed è illegale convertirsi al cristianesimo. Lo Yemen è fortemente tribale e la legge tribale vieta ai membri delle tribù di andarsene. Gli yemeniti convertiti al cristianesimo corrono il grande rischio di essere non solo ostracizzati o espulsi dalle loro famiglie, clan e tribù, ma anche uccisi. Gruppi estremisti islamici come al-Qaeda e l’ISIS minacciano di morte i cosiddetti “apostati” se non ritornano all’islam. In alcune aree, comprese quelle controllate dagli Huthi, i convertiti rischiano la reclusione. Nei centri di detenzione, i detenuti cristiani hanno detto di aver subito torture fisiche e mentali.
La maggior parte dei cristiani di origine musulmana sceglie di praticare la propria fede in segreto. Non possono riunirsi con altri cristiani a causa del crescente timore che i vicini li segnalino alle autorità locali. L’esposizione di simboli cristiani potrebbe condurre direttamente alla reclusione, all’abuso fisico o addirittura all’esecuzione.
Tutta la popolazione yemenita è colpita dalla crisi umanitaria causata dalla guerra civile in corso, ma i cristiani yemeniti sono ulteriormente vulnerabili dato che gli aiuti di emergenza sono per lo più distribuiti attraverso le moschee locali, le quali potrebbero discriminare coloro che non sono ritenuti musulmani devoti. Alla già vulnerabile condizione dei cristiani indigeni si aggiunge l’influenza delle milizie islamiche.
Quella yemenita è una società fortemente patriarcale in cui ci si aspetta che le donne obbediscano agli uomini. Una donna che si converte al cristianesimo è considerata ribelle e oppositrice, e la sua conversione getta vergogna su tutta la famiglia. Le sue attività e l’uso del telefono saranno attentamente monitorate, rendendo quasi impossibile per lei praticare la fede. In casi estremi, una donna può essere violentata o addirittura uccisa per ripristinare l’onore del clan o della famiglia.
Le donne non sono libere di lasciare il paese per approfondire la loro fede altrove. I loro movimenti sono limitati ed è necessario un permesso del loro tutore maschio. Le donne cristiane affrontano anche la pericolosa minaccia dell'”anfal”, secondo cui i non musulmani possono essere trattati come parte del bottino di guerra e quindi schiavizzati o esposti ad abusi sessuali.
Tutti gli uomini, compresi i cristiani, possono essere costretti ad unirsi alle milizie se sono in “età militare”. Questo termine viene inteso nella maniera più ampia possibile; infatti, sono stati reclutati bambini di appena sette anni. L’arruolamento dei ragazzi nell’esercito e la guerra influiscono sulla loro istruzione e sul loro futuro, non solo a causa della quantità di tempo che viene sottratta alla loro vita, ma anche a causa dell’ambiente islamico altamente controllato in cui si svolge l’addestramento.
Se la loro fede viene scoperta, i cristiani rischiano di essere imprigionati, detenuti o addirittura uccisi. Senza lo stipendio di un uomo, le famiglie sperimentano notevoli difficoltà finanziarie e diventano vulnerabili allo sfruttamento. Gli uomini reclusi lottano psicologicamente a motivo della perdita della loro comunità e del rischio di venire ostracizzati. Considerando queste pressioni, molti cristiani scelgono di fuggire dal Paese.
“Quando sono giunto alla fede cristiana pensavo di essere l’unico cristiano in Yemen. Per molto tempo non ho conosciuto altri cristiani yemeniti”.
Lo Yemen è salito di due posizioni nella World Watch List a causa di un leggero aumento del numero di segnalazioni di incidenti violenti contro i cristiani, quali opposizioni e limitazioni sperimentate dalle comunità. La pressione sui convertiti raggiunge livelli estremi in tutte le sfere della vita. I cristiani in Yemen affrontano abusi fisici e mentali, molestie sessuali e stupri, nonché matrimoni forzati.
C’è una forte presenza di al-Qaeda nelle aree rurali del sud del Paese. Ciò rende la zona particolarmente pericolosa per i cristiani. I cristiani ex musulmani hanno anche indicato che la pressione è più forte nelle aree del nord controllate dagli Huthi (sciiti) che nelle aree sotto il controllo del governo sunnita Hadi.
Porte Aperte sostiene il Corpo di Cristo in Yemen distribuendo aiuti umanitari e letteratura cristiana, offrendo rifugio, protezione e formazione ai credenti perseguitati e alle loro famiglie.
Per favore, pregate:
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch