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  • Emergenza terremoto Siria-Turchia

Come intervenire!

PREGHIERA

Vi chiediamo di pregare per le nostre sorelle e i nostri fratelli in Siria e in Turchia. Dai nostri partner locali ci giungono aggiornamenti costanti e richieste di preghiera.

UNISCITI A NOI NELLA PREGHIERA!

SOCCORSI

I Centri di Speranza di Porte Aperte hanno fin da subito cercato di attivarsi, dapprima contattando le persone, poi facendo la conta dei danni e facendo spazio per ospitare persone.

INTERVIENI ORA!

I nostri aggiornamenti dal campo

06 febbraio 2024

È passato un anno dal devastante terremoto che il 6 febbraio 2023 ha colpito Turchia e Siria, particolarmente le città di Aleppo e Latakia (Laodicea). Ma un evento così devastante può portare benedizioni?

Oltre 2.000 appartamenti ristrutturati
Di recente, un membro dello staff di Porte Aperte/Open Doors ha visitato alcune famiglie siriane soccorse dopo il terremoto. Lì, un gradino alla volta, usando un cellulare come torcia, ha percorso le stesse scale che molti siriani hanno utilizzato per mettersi in salvo. Giunto a destinazione, ecco tante famiglie riconoscenti: “non si sono sentite abbandonate, anzi hanno sentito che in molti erano al loro fianco e hanno visto le preghiere esaudirsi. Oggi le loro case sono in uno stato migliore rispetto a prima del terremoto”.

Lo può testimoniare la famiglia di Riad Aziz Bahini, con la moglie Maria e i loro due figli Shamiram e Philpos, che vivono al quinto piano di una palazzina in una stradina stretta e buia di Aleppo. Dal cellulare mostrano quanto fosse danneggiata la loro casa dopo il terremoto. L’appartamento si trova all’ultimo piano dell’edificio e le crepe nel soffitto avevano portato a ulteriori danni a causa delle infiltrazioni. Il giorno del terremoto, infatti, pioveva a dirotto e l’acqua ha letteralmente inondato l’appartamento. I danni erano ingenti. Sono seguiti mesi difficilissimi per questa famiglia, ma il sostegno dei partner locali di Porte Aperte/Open Doors è stato per loro fondamentale. “Inizialmente abbiamo trovato rifugio in chiesa: era un posto pacifico, andavamo tutti lì. Ci hanno poi aiutato ad affittare una casa in cui vivere provvisoriamente fornendoci il necessario per affrontare l’inverno, come cibo e carburante per il riscaldamento. Intanto riparavano la nostra casa. Hanno fatto tutto: aggiustato il tetto, le crepe sui muri, le tubature, l’impianto elettrico, hanno perfino ripitturato le pareti. Grazie al vostro aiuto, Dio ci ha confortati! Credo che la Chiesa sia la mano di Dio sulla terra. Il Signore si è servito della Chiesa per aiutaci, per donarci vita e una nuova speranza”.

Sono circa 2.000 gli appartamenti ristrutturati nel corso dell’ultimo anno grazie al supporto che Porte Aperte/Open Doors ha fornito ai partner e alle chiese locali.

287 Centri di speranza in Siria
In Medio Oriente, la sopravvivenza della Chiesa è una sfida continua, e il terremoto non ha fatto altro che aggravare una situazione di per sé già molto complessa. Porte Aperte/Open Doors crede fermamente che la Chiesa rimanga un faro di speranza per il Medio Oriente.

Grazie all’aiuto di chi sostiene il nostro lavoro in Siria (287) e in Iraq (150), 437 chiese sono state trasformate in Centri di Speranza.
In questi luoghi si aiutano le persone mentre si predica il Vangelo, investendo nelle nuove generazioni, offrendo corsi e attività sportive a bambini e giovani, fornendo borse di studio e micro-prestiti per avviare progetti in grado di generare un reddito per le famiglie, offrendo supporto medico e aiuti per rispondere alle necessità più impellenti.

Subito dopo il terremoto, i Centri di Speranza si sono rivelati rifugi sicuri per migliaia di persone in preda alla disperazione.


E non finisce qui!
Alla conta delle benedizioni potremmo aggiungere ancora un lungo elenco. Come afferma un nostro partner locale impegnato alla ricostruzione delle case: “Un giorno Dio farà ogni cosa nuova. Lui, che non ha mai abbandonato il Suo popolo in Siria, che è stato con loro durante la guerra, la crisi economica e il terremoto. Lui, che ha lavorato attraverso tanti suoi figli in tutto il mondo, permettendo alle chiese di essere le Sue mani e i Suoi piedi nell’aiutare migliaia di cristiani colpiti dal terremoto”.

E noi, a un anno dai fatti, vogliamo dire grazie. Grazie di cuore a tutti i sostenitori che ci hanno permesso di portare speranza e conforto al popolo siriano.

12 giugno 2023

I doni e le continue preghiere di chi ci sostiene ci hanno permesso di aiutare migliaia di famiglie con beni di prima necessità subito dopo il terremoto e di continuare il nostro ormai pluriennale lavoro con uno sguardo a lungo termine in Siria.

Samer (nella foto sotto) era con la sua famiglia nella loro casa di Latakia, in Siria, il 6 febbraio scorso, quando la terra ha tremato per la prima volta. Sono dovuti uscire da casa rapidamente, percorrendo otto rampe di scale a piedi con il pericolo di cadere nel vuoto per dirigersi verso il luogo per loro più sicuro: l’edificio della chiesa. Samer è infatti responsabile di una chiesa locale a Latakia (Laodicea), che da tempo è partner di Porte Aperte come Centro di Speranza e che ha contribuito nel sostenere la comunità cristiana della città nella ricostruzione, dopo più di 10 anni di guerra e di violenza da parte dell’estremismo islamico.

Grazie ai sostenitori di Porte Aperte, questo Centro di Speranza era già attivo nel fornire educazione scolastica a 200 bambini ed è stato pronto a entrare in azione sin dai primi momenti del terremoto.

NEL VIDEO: Samer, pastore di una chiesa di Latakia, Siria.

Ecco come i doni ricevuti e le preghiere innalzate hanno avuto un impatto sulla Chiesa in Siria:
Samer ha aperto subito la chiesa a chiunque avesse bisogno di un riparo e in breve tempo il piccolo locale si è riempito. “La chiesa ha accolto tutti. È piccola, può contenere circa 120 persone, ma ne sono entrate molte di più”, ha raccontato Samer, che ha dormito sul pavimento fino a quando non c’era più posto nemmeno lì. A quel punto si è spostato nella sua auto, parcheggiata fuori dal cancello della chiesa.
Ogni giorno si svegliava e aiutava a servire i pasti alle persone nel bisogno.

“Vorrei ringraziare moltissimo Porte Aperte/Open Doors perché è stata davvero di aiuto per le persone colpite dal terremoto. Siamo riusciti a raggiungere più di 1.000 famiglie a Latakia, le abbiamo aiutate in tutti i modi possibili: cibo, assistenza sanitaria, affitto e ristrutturazione delle case”.

Samer ha visitato anche altri rifugi e ha consegnato 500 pasti e più di 500 coperte, cuscini e materassi.

“È evidente che la mano del Signore si sta muovendo nella nostra città. Gli aiuti che avete dato hanno attirato gli sguardi della gente. Ci hanno visto aiutare persone di diverse confessioni e provenienze, senza chiedere nulla in cambio, e questo li ha portati a chiedersi perché lo facessimo. Le persone ora vengono in chiesa e ascoltano la Parola di Dio. Ascoltando il Vangelo, conoscono la salvezza in Gesù e vengono trasformate”.

Nonostante l’impatto straordinario della Chiesa, la situazione è ancora molto difficile per tanti cristiani in Siria. “I bisogni attuali sono ancora cibo, assistenza sanitaria e denaro per pagare gli affitti, che ora stanno salendo alle stelle”. Sono tante le persone che cercano alloggi in affitto, perché le loro case sono troppo danneggiate e non più sicure. “Qui in Siria stiamo vivendo una crisi economica molto grande”, racconta Samer. “Il prezzo di ogni cosa supera quello che la gente comune può permettersi”.

Oltre a continuare a donare per l’emergenza in Siria, pregate, come chiedono i cristiani locali, “affinché possiamo continuare a servire bene le persone e affinché il Signore utilizzi la Chiesa come un faro nelle città, per diffondere la Sua Parola”. Pregate anche per i leader delle chiese e per i tanti cristiani impegnati come volontari.

Il pastore Samer ci ha chiesto di trasmettervi il suo personale ringraziamento:
“Se non aveste fornito tutti questi aiuti, cosa ne sarebbe stato delle 1.000 famiglie che solo la nostra chiesa ha aiutato?”

Porte Aperte è stata in grado di lavorare al fianco dei suoi partner locali in Siria, fornendo aiuti finanziari a più di 4.000 famiglie cristiane e intervenendo sui danni di circa 3.000 abitazioni. Attraverso le chiese partner, proprio come quella di Samer, abbiamo anche fornito consulenza per la cura dei traumi e abbiamo  in programma di ospitare ritiri spirituali durante l’estate per i cristiani locali.

L’obiettivo è di raggiungere con gli aiuti almeno 50.000 cristiani siriani nel corso dei prossimi mesi.

06 marzo – ore 16:30

A un mese dal sisma, ecco quello che stiamo continuando a fare insieme. Grazie di cuore.

02 marzo – ore 14:30

IL RUOLO CRUCIALE DELLE CHIESE LOCALI

Leyla (pseudonimo), una partner locale di Porte Aperte che lavora nelle zone colpite dal terremoto, ripete quanto sia cruciale il ruolo che la Chiesa ricopre nell’accogliere e sostenere migliaia di persone in preda alla disperazione.

“Mi rendo conto dell’importanza di ciò che facciamo attraverso le chiese locali. Sono come alveari da cui si vedono pastori entrare e uscire, rispondere alle chiamate e ricevere persone. Vi chiedo di continuare a pregare affinché i cristiani rimangano saldi nella fede e conservino la speranza. Si tratta di un’ulteriore prova per la Siria che non sappiamo quando avrà fine”.

Grazie a una consolidata presenza sul campo, i nostri partner sono lì sin dalle prime ore dell’emergenza.

23 febbraio – ore 18:00

CRISTIANI IN PRIMA LINEA NEL FORNIRE AIUTI!

L’emergenza non è ancora terminata. In Siria, terra di persecuzione per i cristiani, i nostri partner locali continuano a operare come Centri di Speranza nelle aree colpite dal sisma.

“Stiamo vedendo Cristo in questi giorni difficili. Lui è in noi e con noi. La Chiesa sta portando Gesù in modo concreto in mezzo a una comunità lontana Lui, una comunità provata dalla guerra, dal covid e ora dal terremoto”.

– Pastore Ibrahim, responsabile di un Centro di Speranza ad Aleppo, Siria –

21 febbraio – ore 10:30

Nuove scosse nella serata di ieri, lunedì 20 febbraio. La Chiesa sta facendo la differenza. Ecco un aggiornamento.

Grazie di cuore per tutto ciò che state facendo con noi!
Cristian Nani

18 febbraio – ore 21:00

Il nostro staff, insieme a due volontari, fornisce alcuni numeri rispetto al lavoro che i partner locali di Porte Aperte stanno svolgendo in Siria.

15 febbraio – ore 6:30

5 richieste di preghiera dalle zone colpite dal terremoto

1
Il terremoto ha colpito anche i nostri partner locali in Siria e Turchia. Vi chiediamo di pregare per queste persone, impegnate in prima linea nel portare aiuti. Che la pace di Dio li sostenga e che non si sentano sopraffatti dalla situazione di estrema emergenza che si trovano ad affrontare.

2
Molti musulmani stanno ricevendo aiuti attraverso il lavoro dei nostri partner in Siria e Turchia. Una buona parte di questi aiuti passa tramite le chiese locali, per questo chiediamo di pregare affinché le persone nel bisogno possano riconoscere l’amore di Dio per mezzo dei soccorsi ricevuti.

3
Le chiese, sia in Siria sia in Turchia, hanno aperto le loro porte per offrire riparo alle persone che non possono più dormire nelle proprie case. C’è chi ha perso tutto e chi non sa quando la propria abitazione tornerà agibile. Il lavoro dei responsabili delle chiese è enorme in questo momento, chiediamo quindi di pregare per loro.

4
In molti affrontano le conseguenze del trauma a causa del disastro improvviso che li ha sopraffatti. Soprattutto in Siria, dove la catastrofe si aggiunge a oltre 10 anni di guerra. Chiediamo di pregare per l’aiuto dato attraverso l’assistenza con la cura dei traumi. Pregate che chi ne beneficia possa presto risollevarsi.

5
Nella giornata di lunedì abbiamo ricevuto questo messaggio da un nostro partner locale che si trova a Hatay, in Turchia. “Grazie per il vostro sostegno. Oggi è l’ottavo giorno dopo il terremoto. Siamo qui dal primo momento e cerchiamo di mantenere il nostro magazzino pieno di beni di prima necessità – acqua, pane, tovaglioli di carta, candele, prodotti per l’igiene per le donne, pannolini, cibo in scatola e pasti caldi. Vi chiediamo di pregare per le persone che si impegnano con noi e per gli spostamenti continui. Chiediamo inoltre di pregare per le persone che popolano questa città, che Dio le benedica con la possibilità di una nuova vita. Il clima sta diventando sempre più freddo, l’odore è molto forte e tantissime famiglie stanno ancora attendendo il ritorno dei propri cari. C’è un enorme bisogno di pace, c’è bisogno di amore!”

14 febbraio – ore 16:30

Cari, ore 16:00 di martedì 14 febbraio, 8 giorni e mezzo dal terremoto. Abbiamo appena chiuso una videochiamata col pastore Ibrahim dalla Siria. “Abbiamo visto Cristo all’opera in questi giorni difficili”, ci ha detto. “Lui è in noi e con noi. La Chiesa sta portando Gesù in modo concreto in una comunità lontana Lui. Questa comunità è stata provata dalla guerra, dal covid e ora dal terremoto. Donne e uomini musulmani bussano alla nostra porta, non riescono nemmeno a pronunciare la parola “cristiano”, ci chiamano quelli della croce e ci dicono con le lacrime agli occhi “siete Voi la nostra vera famiglia qui”.

Sono in migliaia a dipendere dai pacchi di viveri che stiamo consegnando; persino i rifugi allestiti dalle autorità chiedono a noi di aiutarli col cibo. Il prezzo delle medicine è così alto, che abbiamo un viavai di persone che gira le chiese con la ricetta del medico mendicando medicine. La mancanza di acqua pulita crea gravi dissenterie in parte della popolazione e ci si preoccupa per le epidemie di colera. So che ci sono persone che vorrebbero inviarci quello che hanno, tipo vestiti e simili, ma è più facile ed economico per noi acquistare una coperta qui piuttosto che farci inviare della merce dall’estero, è troppo costoso”.

Gli abbiamo chiesto se voglia andarsene: “Nulla è attraente qui in questo momento. L’unica cosa che mi attrae è Gesù Cristo e la sua speranza. Potrei andarmene, ho contatti all’estero, ma io, mia moglie e i miei figli abbiamo deciso di rimanere”.

Infine gli abbiamo chiesto dei soggetti di preghiera e ci ha risposto: “1 – La riconciliazione tra le persone. 2 – Una chiesa unita, luce in questa oscurità. 3 – Che Dio possa accettare quello che stiamo facendo, che il nostro servizio possa onorarlo”.

Come direttore di Porte Aperte vi ringrazio per quanto state facendo insieme a noi.

Cristian Nani

13 febbraio – ore 18:30

Un messaggio dal pastore Ibrahim di Aleppo: grazie delle continue preghiere e del sostegno pratico!

11 febbraio – ore 17:30

Intervista da Aleppo:Vi portiamo nuovamente per le strade di Aleppo, in Siria, attraverso un’intervista esclusiva di Cristian Nani, Direttore di Porte Aperte, a Leyla, una nostra partner locale.

10 febbraio – ore 18:30

ESCLUSIVO! Aleppo (Siria) – Il Pastore Abdalla, conosciuto da molti durante il nostro convegno annuale a Rimini, ci racconta cosa ha vissuto e come la sua chiesa, Centro di Speranza di Porte Aperte, ha reagito offrendo subito rifugio e soccorso alle vittime del terremoto.

9 febbraio – ore 18:30

Questa mattina, un gruppo di otto persone della Chiesa Evangelica del Nazareno di Latakia, in Siria, si è recato in un ospedale locale per visitare le vittime del terremoto. Hanno portato coperte, cuscini e cibo.

Quando hanno chiesto ai pazienti se potevano pregare con loro le persone hanno accettato.

Pregate che questo mostri alle persone l’amore del Signore Gesù per loro!

9 febbraio – ore 09:30

Chiesa a Latakia, nord ovest Siria, città colpita dal sisma. Lì hanno trovato rifugio in molti.

In questo video che ci arriva da nostri partner locali vi mostriamo un momento avvenuto nel pomeriggio di lunedì.

Cantano: “Grazie Signore, per tutto ciò che ci dai”

Se riflettiamo a quello che negli ultimi 10 anni quelle donne in Siria hanno vissuto con la guerra civile, l’ISIS, la persecuzione, l’invasione turca, il covid e ora il terremoto, c’è da chiedersi come possano uscire dalla loro bocca parole come “Grazie Signore per tutto ciò che ci dai!”.

Quelle stesse persone sono lì perché la chiesa ha aperto le porte accogliendo chi è sfollato e in difficoltà, pur sapendo che scarseggerà tutto nel breve.

Grazie per le continue preghiere!

8 febbraio – ore 17:00

Ecco le immagini di una distribuzione di cibo all’interno di una chiesa ad Aleppo, Siria.

8 febbraio – ore 13:30

L’attività di soccorso alle vittime del terremoto prende forma.
Ecco i 3 modi concreti per aiutare tempestivamente.

8 febbraio – ore 11:30

Nuovo aggiornamento audio sulla situazione dal direttore Cristian Nani

7 febbraio – ore 18:30

Fin dai primi momenti, i Centri di Speranza di Porte Aperte hanno cercato di attivarsi, dapprima contattando le persone, poi facendo la conta dei danni e facendo spazio per ospitare persone.
Ad Aleppo e Latakia la gente esausta sta cercando un posto sicuro dove passare le notti: nella zona turca e ad Aleppo la temperatura di notte va sotto zero, un’ondata di mal tempo sta colpendo l’area.

A Latakia tre chiese offrono riparo a poco più di un migliaio di persone. Ad Aleppo altre 3 chiese, che sono poi nostri Centri di Speranza, fanno lo stesso. Sia l’alloggio che il cibo sono offerti da Porte Aperte, ma siamo lì anche a coordinare i rifornimenti che presto potrebbero scarseggiare e si sta iniziando a organizzare un lavoro sui traumi delle vittime: molti hanno perso i propri cari o tutti i propri averi o entrambi, e quindi sono traumatizzati e spaventati.

Stiamo verificando le segnalazioni di cristiani provenienti dai villaggi del distretto di Idlib (che è ancora zona di guerra con fighter dell’ISIS a controllare alcune aree) e sembra essere gravemente colpito, quindi operare in queste aree è di per sé pericoloso anche senza il terremoto. Vi chiediamo preghiera anche per i nostri partner locali che si muovono in queste zone.

7 febbraio – ore 10:30

Nuovo audio del direttore Cristian: i Centri di Speranza di Porte Aperte che già operavano nelle zone colpite si stanno attivando per fronteggiare l’emergenza. Le richieste dal campo sono preghiera e sostegno pratico!

6 febbraio – ore 18:00

Dal campo ci giungono richieste di preghiera per le zone della Turchia e della Siria colpite dal devastante terremoto di questa mattina, lunedì 6 febbraio 2023. L’epicentro del terremoto di magnitudo 7,8 è stato nel sud della Turchia, nella provincia di Gaziantep, a pochi passi dal Nord della Siria. Secondo le agenzie di stampa (alle 17:00), sono oltre 2.500 le vittime e migliaia i feriti. Ma si prevede che l’entità dei danni e il numero delle vittime siano più elevati.

Si tratta di uno dei terremoti più forti che abbiano colpito la regione in oltre un secolo. “Il terremoto ha colpito molte città della Siria, come Aleppo, Latakia, Tartus, Homs e Hama”, ci diceva stamattina uno dei nostri partner locali in Siria: “È stato spaventoso, io vivo in un condominio, grazie a Dio il nostro edificio non è crollato”.  

Il terremoto è stato così forte che milioni di persone in tutto il Medio Oriente lo hanno avvertito. 

La prima scossa, di magnitudo 7,8, si è verificata intorno alla città di Gaziantep, nel sud della Turchia. Altre forti scosse sono continuate e soprattutto una, di magnitudo 7,5, è avvenuta nel primo pomeriggio, ora locale. Scosse di assestamento regolari hanno continuato a colpire la regione. “Tutti sentivamo che la morte era imminente”, ha detto Ibrahim Najjar*, un partner di Porte Aperte ad Aleppo, in Siria. Le autorità locali riferiscono che più di 1500 persone sono già morte in Turchia e più di 800 in Siria. Senza dubbio il bilancio delle vittime continuerà a crescere in entrambi i Paesi.

La regione della Siria colpita dal disastro comprende diverse comunità cristiane con cui Porte Aperte lavora da anni e molte città e paesi in cui i partner di Porte Aperte vivono e svolgono il loro ministero.

Un partner di Porte Aperte ad Aleppo riferisce che sono crollati molti edifici e che vari cristiani sono morti nel terremoto.

I cristiani in questa regione sperimentano la persecuzione: la Siria è al n. 12 della World Watch List 2023 e i credenti possono essere presi di mira per la loro fede dagli estremisti e subire discriminazioni da parte delle loro famiglie e comunità se si scopre che si sono convertiti dall’Islam. I cristiani del nord e dell’ovest – che ora stanno affrontando anche la devastazione causata da questo terremoto – hanno subito anche attacchi e danni alle infrastrutture a causa dei bombardamenti delle forze turche e dei gruppi di opposizione.

La Turchia è al n. 41 della World Watch List 2023. Nel Paese, la religione può combinarsi con il nazionalismo e rendere difficile per i cristiani vivere la propria fede ed essere considerati “veri” turchi. Sebbene la conversione dall’Islam non sia illegale, può comunque comportare dolorose pressioni da parte dei membri della famiglia o della comunità.

Tutti i nostri partner in Siria e Turchia chiedono urgentemente di pregare. “Pregate per la Siria, per coloro che stanno soffrendo per il terremoto”, dice un leader cristiano locale di nome Azar.

Majd Geroge, un adolescente cristiano di Latakia, in Siria, fa eco a questi appelli alla preghiera. “Vi chiedo di pregare per noi, per protezione e per coloro che sono ancora sotto le macerie”, dice. “Pregate per noi per le continue scosse di assestamento, perché si verificano continuamente”.

I nostri partner sul posto stanno lavorando per determinare il modo migliore per aiutare. La nostra rete di Centri di Speranza in Siria fornisce già un aiuto socio-economico e spirituale significativo ai cristiani, e questi centri stanno lavorando con urgenza per capire come aiutare nel modo migliore.

Nel frattempo, vi chiediamo di pregare per le nostre sorelle e i nostri fratelli in Siria e in Turchia.

6 febbraio – ore 11:00

Video dalla Siria, con audio del direttore Cristian: una bella notizia, il nostro partner locale Ibrahim, conosciuto da molti in Italia per essere venuto nel 2022 al lancio della WWList, sta bene, ma ad Aleppo la situazione è terribile. Il conteggio delle vittime aumenta di ora in ora.

6 febbraio – ore 10:00

Audio del direttore Cristian: dopo una prima mattinata di telefonate e messaggi dai nostri Centri di Speranza in Siria, usciamo con il primo update sul terremoto in Turchia e Siria. La situazione è spaventosa e caotica, difficile caprie l’entità dei danni e delle vittime, ma si teme il peggio.