Si stima che in Messico ci siano 150 bande criminali, finanziate dai potenti cartelli della droga. I cristiani che vivono nei territori di queste bande rischiano di essere presi di mira.
I leader cristiani in particolare possono essere percepiti come minaccia verso la stabilità e l’autorità della banda. Se i cristiani si rifiutano di sottostare alle richieste di una banda o ne denunciano i crimini, la banda stessa inizia a prendere di mira le chiese. L’instabilità politica e l’impunità contribuiscono alla mancanza di giustizia nei casi in cui diversi pastori e ministri di culto vengono rapiti e trattenuti per un riscatto, picchiati pesantemente o uccisi.
Anche le bande, agendo di fatto come autorità in molte aree, impongono tasse ed estorcono soldi ai leader di chiesa, supponendo che essi abbiano accesso ai fondi della chiesa. Questi gruppi illegali hanno diversificato e rafforzato le loro reti per tutto il paese, così i leader cristiani, specialmente quelli che portano avanti attività inerenti ai diritti umani o in difesa dell’ambiente, sono ad alto rischio di morte, reclutamento, molestie sessuali, rapimento e trasferimento forzato, o altre forme di violenza. Anche i loro familiari sono a rischio. Nelle aree rurali, coloro che si convertono al cristianesimo dalla religione tradizionale (per la maggior parte legati alla fede cattolica romana) o da quella tribale possono essere picchiati, multati, molestati, interdetti dall’utilizzo dei servizi pubblici, rifiutati e forzati ad andare via dalle proprie comunità. In generale, stanno crescendo l’intolleranza e il controllo nei confronti dei cristiani che si esprimono sui problemi sociali, dato che il Messico sta diventando radicalmente secolare.
La violenza domestica è un problema in tutto il Messico e una donna o una ragazza che diventa cristiana contro la volontà o le tradizioni della sua famiglia può essere esposta ad abusi nel tentativo di farle cambiare idea.
Il Messico ha uno dei livelli più alti al mondo di traffico di esseri umani. Le bande di criminali rapiscono le donne e le trafficano nel mercato della schiavitù sessuale. A volte le ragazze cristiane vengono prese di mira perché considerate più facili da influenzare o perché ritenute nemiche dei cartelli. Le donne che sono state sposate o coinvolte con membri delle bande e che poi conoscono Gesù affrontano gravi minacce di violenza se provano a lasciare il gruppo e rischiano di essere uccise.
In tutto il Messico ragazzi e giovani uomini rischiano fortemente di essere costretti a entrare nei potenti gruppi criminali. Coloro che provano a resistere, a motivo della fede cristiana o per altre ragioni, affrontano minacce e il rischio di rapimento o uccisione. Alcuni gruppi reclutano specificamente bambini e adolescenti.
Le bande prendono di mira e minacciano gli uomini perché sono a capo delle famiglie e delle chiese, per intimidire la comunità intera. Un gran numero di giovani uomini viene ucciso dalle bande; tali perdite minano le famiglie, le comunità e le chiese in tutto il Messico.
“Mi hanno rapito nel mezzo della notte. I criminali volevano che pregassi per eliminare l’energia negativa lasciata nella stanza in cui avevano ucciso diverse delle loro vittime.”
Lo scorso anno è stato segnato il più alto record di atti di violenza contro i cristiani in Messico. I gruppi criminali continuano a prendere di mira i cristiani ovunque li percepiscano come una minaccia per le loro operazioni illegali. Questi persecutori approfittano della debolezza delle politiche statali che permettono corruzione e impunità. I cristiani nelle comunità indigene affrontano crescente ostilità a causa del loro rifiuto di seguire le usanze antiche e tradizionali (nella maggior parte dei casi legati a pratiche cattoliche). Anche altrove l’intolleranza religiosa è in crescita, guidata da gruppi ideologici radicali che sono avversi alla pubblica espressione della fede cristiana.
I responsabili delle chiese sono maggiormente esposti alla violenza da parte di gruppi criminali, mentre alcune comunità indigene perseguitano ed escludono i nuovi credenti.
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