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Il leader nordcoreano ammette: “Il Paese sta vivendo una grave crisi alimentare”

NELLA FOTO: Quartiere della città di Chongjin, in Corea del Nord

Il leader nordcoreano ammette: “Il Paese sta vivendo una grave crisi alimentare”

Lo scorso mercoledì 16 giugno, in occasione di una riunione dell’alta dirigenza nordcoreana, il leader della Corea del Nord Kim Jong-un ha ammesso pubblicamente: “La situazione alimentare del popolo sta diventando difficile”.

Già ad aprile, Kim aveva fatto un primo riferimento alle difficoltà alimentari esortando i funzionari ad essere pronti a “intraprendere un’altra Marcia Ardua” (periodo di carestia che negli anni ’90 ha visto milioni di nordcoreani morire di fame).

Essendo l’intera famiglia Kim considerata al pari di una divinità in Corea del Nord, è davvero insolito che il leader esprima pubblicamente tali difficoltà. Questo dimostrerebbe la gravità della situazione.

Vendere casa per comprare cibo                                                         

La carenza di cibo e l’aumento dei prezzi stanno colpendo duramente molte famiglie nordcoreane, dai contadini a chi vive nelle città. Una fonte del DailyNK, testata online che si occupa di questioni relative alla Corea del Nord, ha detto: “Un numero crescente di persone ha venduto le proprie case e si trova a vagare”.

La disperazione per la mancanza di cibo sta infatti portando a un aumento di senza fissa dimora e molte famiglie ora vivono per strada o nelle stazioni ferroviarie. Gli agricoltori stanno esaurendo le proprie scorte e, a motivo dei blocchi dell’importazione di forniture agricole dall’estero, non si aspettano un gran raccolto per quest’anno. L’accesso agli aiuti alimentari internazionali è quasi nullo. L’ONU stima che 10 milioni di nordcoreani (o il 40% della popolazione totale) abbiano bisogno di aiuti alimentari urgenti.

I funzionari del governo tentano di dare la colpa della crisi ai blocchi imposti dal Covid-19 e al conseguente calo del commercio, alle inondazioni dello scorso anno e all’incapacità del settore agricolo di produrre molto grano a causa della mancanza di fertilizzanti e di pesticidi. Tuttavia la situazione della Corea del Nord, con la sua politica di isolamento e i continui investimenti nucleari, è seguita da lungo tempo, mentre il popolo muore di fame.

Necessità di un cambiamento

Nonostante le persone abbiano bisogno di assistenza, è improbabile che i leader del Paese chiedano aiuto all’esterno. Se Kim continua ad allontanare tutto il supporto internazionale disponibile, concentrandosi invece sulle armi nucleari, saranno in milioni a pagarne il prezzo.

Tra le persone nel bisogno si contano anche decine di migliaia di cristiani, già vessati duramente a motivo della propria fede (il Paese si trova alla posizione n.1 della nostra World Watch List). Essere scoperti cristiani in Corea del Nord, infatti, sancisce istantaneamente una condanna a morte. Se non uccisi all’istante, i cristiani vengono imprigionati o deportati in campi di lavoro in cui pochi riescono a sopravvivere. Siamo a conoscenza del fatto che molti cristiani nordcoreani mettano in atto una pratica conosciuta come “riso santo”: condividono quel poco cibo che hanno con chi è nel bisogno.

Chiediamo di pregare per la Corea del Nord e per il suo popolo, come anche per la vita dei cristiani nordcoreani.

Corea del Nord
Leader
Leader supremo Kim Jong-Un
Popolazione
26.090.000
Cristiani
400.000 (secondo stime di OD)
Religione principale
Agnosticismo
Governo
Dittatura monopartitica

Livello di persecuzione

Violenza
12.8
Vita di chiesa
16.7
Vita civile
16.7
Vita sociale
16.7
Vita famiglia
16.7
Vita privata
16.7