Kenya: 10 morti in un attacco al bus
Kenya: 10 morti in un attacco al bus
Riguardo il triste evento, riportato da diverse testate giornalistiche internazionali, abbiamo ricevuto un messaggio da Amani* nostro collaboratore locale, in cui affermava: “La prima chiamata che abbiamo ricevuto dopo l’attacco è stata fatta a un nostro partner di fiducia nella zona, il quale ci ha riferito: ‘Ci hanno attaccato di nuovo, purtroppo come al solito!’. I cristiani locali si aspettano questo tipo di attacchi, specialmente sotto i periodi di festività come il Natale e la Pasqua. Mentre i media finalmente definiscono questo tipo di atti come persecuzione verso i cristiani, riteniamo corretto puntualizzare che l’attacco rappresenti un ulteriore tentativo di decimare la presenza cristiana in questa zona del Kenya dominata da una crescente presenza musulmana, spinta da vari agenti esterni a radicalizzarsi sempre più. I cristiani qui si sentono emarginati e avvenimenti simili non fanno che generare uno stato di iper-allerta generale, costringendoli a mantenere un profilo molto basso, fino addirittura a nascondersi o vivere da credenti nascosti (specie se ex-musulmani) per qualche tempo. La preghiera per i cristiani di quest’area è molto apprezzata”.
Non è la prima volta che si registrano azioni simili in questa zona del Paese, poco più di un anno fa altre 2 persone, tra cui un worship leader di una chiesa pentecostale, erano state prelevate da un autobus di linea e giustiziate per non aver recitato la Shahada (la professione di fede rituale nell’islam) e i 7 versi della sura al-Fatiha (primo capitolo del Corano che per i musulmani racchiude l’essenza del libro). Il Kenya si trova attualmente alla posizione 40 della World Watch List di Porte Aperte.