Petizione Medio Oriente: oltre 740.000 firme alle Nazioni Unite
Petizione Medio Oriente: oltre 740.000 firme alle Nazioni Unite
Mancano pochi giorni alla chiusura della petizione Speranza per il Medio Oriente. In addirittura 142 paesi è stata fatta girare! Nel weekend sarà presentata a vari livelli e in vari meeting alle Nazioni Unite.
L’8 dicembre chiuderemo la petizione, se non avete ancora firmato questa è l’ultima occasione per far parte di un evento storico in favore dei cristiani in Medio Oriente, quelli che vogliono restare là o ritornare là per ricostruire città e speranze, diffondendo l’amore di Cristo in una terra martoriata dall’odio. E’ decisamente un’occasione incredibile quella della Chiesa in Medio Oriente per diffondere il Vangelo (soprattutto con le tante conversioni di musulmani della zona) e quella della Chiesa italiana e del resto del mondo di essere co-protagoniste sostenendo i fratelli e le sorelle in Iraq e Siria.
La petizione Hope for the Middle East, Speranza per il Medio Oriente, in questo momento è stata firmata da oltre 740.000 persone provenienti da 142 paesi di tutto il mondo, che si estendono dal Brasile a Hong Kong – tra cui 60.000 dall’India e 174.000 dallo stesso Medio Oriente. La petizione rappresenta l’autentica voce dei cristiani in Iraq e in Siria. Tre sono nello specifico le richieste dei cristiani, le quali delineano i cambiamenti che devono avvenire per garantire il loro futuro nelle loro patrie. Esortano le Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale a:
- Garantire che il quadro giuridico attuale e futuro in Siria e in Iraq promuova e tuteli pienamente i diritti eguali e inalienabili di tutti i loro cittadini, indipendentemente dalla razza, dalla religione o da altro status.
- Garantire un dignitoso e continuo miglioramento delle condizioni di vita per tutti i cittadini, ma soprattutto per i rifugiati e gli sfollati interni che ritorneranno, anche attraverso la dotazione di adeguati alloggi, opportunità di istruzione e posti di lavoro.
- Identificare e equipaggiare i leader religiosi e le organizzazioni basate sulla fede, per svolgere un ruolo costruttivo e centrale nel riconciliare e ricostruire le società sia siriane che irachene.
Open Doors e Middle East Concern, promotori della petizione, presenteranno la petizione al Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite l’11 dicembre a New York e anche a molti altri alti rappresentanti delle Nazioni Unite. Inoltre, sempre a New York, Open Doors sta organizzando uno specifico incontro di preghiera il 9 dicembre.