Secondo la Costituzione del Paese, tutti gli appartenenti all’etnia malese sono ritenuti musulmani. Chi si converte al cristianesimo viola la legge e subisce immediatamente una forte pressione dalla famiglia e dalla comunità. I convertiti sono ritenuti traditori dei principali valori della società malese. Tutti gruppi religiosi non musulmani sono controllati dalle autorità perché considerate organizzazioni non governative. I gruppi Protestanti non tradizionali subiscono maggiori controlli, perché è probabile che siano più attivi nella condivisione della propria fede e quindi trasgressori della legge.
La tumultuosa politica malese degli ultimi anni ha dato origine a una maggiore esaltazione dell’islam più conservatore; pertanto, le fazioni radicali si sono sentite più libere di ostacolare le minoranze etniche e religiose, tra cui i cristiani. Gli ex musulmani subiscono pressioni e ostilità maggiori di qualsiasi altro gruppo nel Paese.
Sebbene la legge malese tuteli alcuni diritti delle donne, l’ordinamento giuridico dà la precedenza alla legge islamica. Quando una donna lascia l’islam per il cristianesimo -un atto illegale- è esposta ad atti di violenza sessuale o al matrimonio forzato. Secondo la legge islamica sulla famiglia, una ragazza cristiana, anche minore di 16 anni, può essere costretta a sposarsi, in modo da essere ricondotta all’islam. Una volta che la ragazza viene registrata come musulmana non può cambiare il proprio status e i suoi figli saranno ritenuti legalmente musulmani. In Malesia i matrimoni forzati di donne cristiane spesso avvengono quando la famiglia acconsente al matrimonio per avere assicurato un sostegno finanziario. Secondo le segnalazioni ricevute, la crisi pandemica ha causato un aumento della violenza domestica: un’ulteriore minaccia per le donne convertite al cristianesimo. Più raramente le donne convertite al cristianesimo rischiano anche il carcere e gli interrogatori delle autorità che chiedono loro di tradire i gruppi e i leader cristiani.
La Malesia ha vissuto un periodo di instabilità politica. Sebbene il precedente governo avesse sottoscritto la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o sul credo, le fazioni musulmane ultraconservatrici nel nuovo governo si sono mostrate contrarie a proseguire nella stessa direzione. Ritengono infatti che in questa maniera si incoraggi il proselitismo verso i musulmani, i quali verrebbero allontanati dalla religione ufficiale del Paese. Ronde private attaccano gli uomini cristiani e le autorità religiose islamiche li controllano attentamente.
Reina ha ascoltato le storie su Gesù e ne è rimasta affascinata. Quando un partner locale le ha regalato una Bibbia nella sua lingua, l’interesse si è trasformato in fede. Era però scoraggiata, perché non poteva condividere efficacemente la sua fede con il marito e i figli analfabeti. Quel partner allora le ha regalato una chiavetta USB con tutta la Bibbia in versione audio nella sua lingua, insieme a una copia in PDF della Scrittura e dei video sui quattro Vangeli. Ora può condividere Gesù con i familiari in un modo per loro comprensibile.
La Malesia continua a essere un luogo difficile per i cristiani, in particolare per gli ex musulmani. Mentre il Paese si radicalizza sempre più, aumentano le probabilità di persecuzione. Con il nuovo governo c’è meno tolleranza, o persino la speranza della tolleranza, rispetto agli anni passati. Per mantenere l’ordine, il persistente trattamento preferenziale della popolazione di origine malese sottopone tutte le persone non musulmane a un controllo più severo.
Tutti i non musulmani sono a rischio in Malesia. Non ci sono zone in cui la persecuzione sia maggiore, ma la pressione a conformarsi è immensa. Sono stati pubblicati anche piani di conversione all’islam sostenuti dallo Stato.
Opere e attività dichiaratamente cristiane non sono consentite in Malesia, ma Porte Aperte sa che l’arma più potente in questi casi è l’intercessione in preghiera per i credenti. Porte Aperte diffonde notizie sulla situazione dei cristiani in Malesia e fornisce specifici soggetti di preghiera per aiutare la Chiesa nel mondo a ricordare i credenti malesi e intercedere per loro. Porte Aperte collabora inoltre con partner locali per fornire e distribuire Bibbie e materiale didattico.
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