La crescente implementazione della Sharia (la legge islamica) in Brunei – alla quale sono soggetti sia musulmani che non-musulmani e che ha lo scopo di rendere il Paese completamente islamico – sta rendendo sempre più difficile per la piccola comunità cristiana del Paese esprimere e condividere la propria fede. La conversione dall’islam è illegale: questo significa che i convertiti possono affrontare enormi pressioni per rinunciare alla loro fede in Gesù. L’oppressione islamica è la principale fonte di persecuzione in Brunei.
Dato che i gruppi cristiani protestanti non possono essere registrati come chiese ma solo come organizzazioni secolari, è richiesto loro di sottoporre al governo ogni anno i loro rendiconti finanziari e operativi. Tutte le attività ecclesiali sono monitorate dalle autorità e dalla comunità circostante e i responsabili delle chiese sono ammoniti di non fare opera di divulgazione o apparire troppo popolari. Per incoraggiare la diffusione dell’islam, il governo fornisce aiuti a chi diventa musulmano e ciò ha costretto alcuni cristiani alla conversione all’islam.
Le donne e le ragazze convertite al cristianesimo che non indossano abiti islamici a scuola, all’università o sul posto di lavoro, con molta probabilità vanno incontro a discriminazioni. Corrono inoltre grandi pericoli in famiglia, dove possono affrontare isolamento, matrimonio forzato, separazione dai figli ed essere costrette a partecipare a programmi islamici di riabilitazione spirituale.
Gli uomini e i ragazzi convertiti possono essere ripudiati dalle loro famiglie e allontanati da casa. Possono anche essere vittima di percosse e di altri trattamenti rudi da parte delle autorità. Gli studenti possono subire discriminazioni e abusi verbali nelle scuole e nelle altre strutture educative.
“I credenti non vogliono assumersi rischi. I genitori scelgono persino di non mandare i loro figli agli eventi pubblici delle chiese. Alcuni dei miei amici hanno detto che non vedono più un posto per loro in chiesa”.
In generale, la situazione per i cristiani non è cambiata molto rispetto all’anno scorso. Comunque, negli ultimi anni si è assistito a una pressione leggermente maggiore sulle chiese e sulle loro attività. I cristiani, soprattutto i giovani, continuano a lasciare il Paese, impoverendo la popolazione di credenti. Questo avviene per diverse ragioni, tra cui persecuzione e fattori economici.
I convertiti dall’islam affrontano la persecuzione più severa in Brunei.
Porte Aperte fornisce sostegno in preghiera ai credenti perseguitati del Brunei.
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