La parte orientale della RDC è un posto pericoloso per i cristiani in questo momento. Gruppi di ribelli stanno lottando per il controllo dell’area. Uno di questi gruppi è l’Allied Democratic Forces (ADF), il quale prende di mira apertamente e brutalmente le case dei cristiani e le chiese.
I cristiani in questa area vivono sotto la minaccia di rapimenti. La violenza brutale è all’ordine del giorno. L’ADF rapisce le donne, le stupra e le costringe a sposare i propri soldati, a volte tenendo le donne cristiane come una specie di trofeo. Ci sono poche possibilità di ottenere giustizia attraverso il sistema legale della RDC. Molti cristiani sono stati costretti a fuggire dalle loro case e a cercare rifugio in altri villaggi. Attraverso le chiese locali i partner di Porte Aperte provvedono aiuti di prima necessità agli sfollati.
I convertiti cristiani di origine musulmana o indigena affrontano pressioni per continuare a partecipare alle attività religiose tradizionali. Nei casi più estremi, le donne che si sono convertite al cristianesimo possono essere obbligate a sposarsi, restare incinte o divorziare. Nella RDC, i leader cristiani che si espongono contro la corruzione sperimentano minacce ed ingerenze da parte del governo.
Le donne nelle diverse aree della Repubblica Democratica del Congo (RDC), in particolare in quelle dominate dall’islam, sono comunemente trattate come inferiori. Per le donne cristiane questo può significare vedersi negare i propri figli o la propria eredità nel caso di morte del marito.
Le donne cristiane nell’est del Paese sono a serio rischio di rapimenti, stupri, schiavitù sessuale oppure di matrimoni forzati ad opera del gruppo estremista Allied Democratic Forces (ADF). Le giovani ragazze cristiane possono essere scelte da uomini molto più vecchi di questo gruppo. A causa del pregiudizio e della vergogna riguardo alla violenza sessuale nella cultura del Paese, le donne e le ragazze cristiane possono affrontare stigmatizzazione, isolamento e rifiuto da parte delle loro famiglie e dei loro vicini in seguito ad un attacco, e perdere così la loro comunità anche se non sono state rapite.
Gli uomini cristiani nell’est della RDC affrontano forme di persecuzione violente ed estreme, incluse mutilazioni, rapimenti, reclutamenti forzati nelle milizie, lavori forzati, mutilazioni sessuali, sventramenti e brutali uccisioni. Per sfuggire ai loro rapitori, gli uomini potrebbero essere costretti a pagare un pesante riscatto, così le loro famiglie, già povere, cadono nella miseria.
Gli uomini cristiani, secondo quanto riportato, vengono discriminati sul luogo di lavoro, soprattutto nell’est del Paese. Prendere di mira gli uomini cristiani è un modo per indebolire sia le loro famiglie che la chiesa. Anche i responsabili delle chiese sono presi di mira dall’ADF, specialmente se hanno parlato pubblicamente contro la violenza.
“Vi ringrazio per il lavoro che la vostra organizzazione ha compiuto attraverso le chiese locali.” Joie, sfollato a causa della persecuzione dell’ADF, riceve aiuto nel villaggio di Komanda.
La violenza ancora dilaga e le pressioni contro i cristiani sono leggermente aumentate nell’ultimo anno, in particolare nella vita della chiesa. Questo riflette le minacce dei militanti islamici, in particolare nell’est del paese dove le chiese hanno subito ripetuti attacchi. Anche il crimine organizzato e la corruzione rendono la vita comunitaria e di chiesa estremamente difficile.
I cristiani nella provincia di Ituri e Nord Kivu nell’est della RDC affrontano persecuzione da parte dell’AFD – un gruppo ribelle con un programma islamico estremista. Essi prendono di mira apertamente i cristiani in questa area – uomini, donne, ragazze e leader di chiesa. I convertiti dall’islam o dalle religioni indigene sono particolarmente soggetti alla persecuzione.
Porte Aperte lavora attraverso i partner locali per supportare i cristiani nella RDC attraverso seminari per resistere alla persecuzione, progetti di crescita economica e cura dei traumi.
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