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  • Arise Africa

La Chiesa in Africa subsahariana è in pericolo!

Gli effetti devastanti della violenza anticristiana nell’Africa subsahariana richiedono un’attenzione urgente.

Nonostante i cristiani siano il bersaglio principale dell’estremismo islamico (​​secondo le nostre stime, quasi il 95% delle uccisioni di cristiani avvenute nel 2022 per motivi connessi alla fede sono nella regione dell’Africa subsahariana), il riconoscimento e la risposta da parte della comunità globale sono insufficienti.

I nostri fratelli e le nostre sorelle si sentono abbandonati, spesso nella disperazione più totale.

Con questa campagna desideriamo aprire una finestra sui tanti cristiani africani che, con coraggio, continuano a seguire Gesù e a diffondere la Buona Notizia del Vangelo, nonostante il pericolo per la loro stessa vita.

Il nostro appello alla Chiesa sparsa per il mondo è che si unisca a noi nel denunciare con voce piena quanto stia accadendo ai cristiani di quella parte del pianeta: La Chiesa in Africa subsahariana è in pericolo!

In questo video potete vedere la ricostruzione della storia di Mary, ragazza cristiana nigeriana finita nelle mani di Boko Haram. Una volta ritrovata la libertà, Mary è stata supportata da Porte Aperte nel difficile processo di guarigione.

Il video è stato creato in rappresentanza degli innumerevoli casi di violenza anticristiana, per aiutare a comprendere quanto siano reali le sfide e le conseguenze della persecuzione in atto nel continente africano.

“Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi” 2 Corinzi 4:8-9

Nelle aree geografiche nelle quali il rispetto della legge scarseggia e non c’è il controllo da parte delle autorità, gli estremisti attaccano in modo specifico le comunità cristiane. La persecuzione violenta è diventata sistemica, estesa e brutale.

“prega […] per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità” 1 Timoteo 2:2

Il pastore Jean (pseudonimo) è responsabile di una chiesa nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). In un feroce attacco jihadista, lui e la sua famiglia sono sopravvissuti ma al contempo sono rimasti traumatizzati.

“Un’età dirà all’altra le lodi delle tue opere, e farà conoscere i tuoi prodigi” Salmo 145:4

Nel nord-est della Nigeria, diversi colpi di pistola squarciavano il silenzio mentre giungeva la notizia: arrivano i Boko Haram. Il ventenne Ayuba non ha potuto fare altro che scappare per mettersi in salvo. Il mattino dopo, rientrando in casa, ha visto tre corpi distesi al suolo. Tra questi c’era anche suo padre.

“Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito” Salmo 34:18

Repubblica Democratica del Congo: Gertrude, riacquistate le forze, alza lo sguardo dal luogo in cui era riversa, sanguinante, dopo essere stata più volte colpita dai proiettili. Davanti a lei una scena terribile: uomini armati uccidevano suo marito, decapitandolo. Era un cristiano, e per questo doveva morire.

“Allora Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del SIGNORE degli eserciti, del Dio delle schiere d’Israele che tu hai insultate” 1 Samuele 17:45

Dopo 5 attacchi, Fati (pseudonimo), una giovane madre di circa vent’anni, si è vista costretta a lasciare definitivamente il suo amato villaggio, in Burkina Faso. Gli estremisti islamici hanno incendiato case, ucciso persone, sparato e persino dato fuoco al bestiame.

“[…] quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà” – Isaia 43:2

Per 54 giorni, Mary (pseudonimo), ragazza di circa 20 anni, è stata tenuta prigioniera dagli estremisti Fulani, nel nord-ovest della Nigeria. E’ stata ripetutamente violentata, insultata e costretta a cucinare per i suoi rapitori mentre a lei spettava nutrirsi solo con il cibo per il bestiame. Purtroppo, questa giovane e fedele donna è successivamente deceduta a causa di complicazioni mediche.

“Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” – Romani 8:37

Entro il 2027, la visione di Porte Aperte è quella di:
– Supportare sul piano spirituale, fisico ed emotivo circa 4 milioni di cristiani che vivono nell’Africa subsahariana.
– Vedere la Chiesa globale destata e attivamente impegnata nella preghiera, nel parlare di quello che sta accadendo nella regione perseguitata e nel donare.
– Innescare in quei luoghi un meccanismo di cambiamento per contrastare l’ideologia estremista e la crescente violenza.

“La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta” – Giovanni 1:5

Noi, la Chiesa globale, non rimarremo immobili mentre migliaia di membri della nostra famiglia spirituale vengono uccisi, rapiti, traumatizzati e costretti a lasciare le proprie abitazioni. Noi non ci volteremo dall’altra parte mentre la sopravvivenza stessa della Chiesa è minacciata.
Da molti anni, Porte Aperte è presente in Africa subsahariana. Ciò ci ha permesso di avere una posizione privilegiata per rafforzare la Chiesa durante i momenti di crisi.

REPORT

La militanza violenta e il suo impatto sui cristiani
Un documento di sintesi su Burkina Faso, Nigeria e Camerun