Kirghizistan: “Benediciamo gli assalitori”
Kirghizistan: “Benediciamo gli assalitori”
Il 10 gennaio scorso abbiamo pubblicato la lista dei 50 paesi dove la persecuzione è più forte (World Watch List 2018), ma anche in altre nazioni, come il Kirghizistan, i cristiani sono vittime di discriminazioni, ostilità e violenze. I cristiani kirghisi però non si lasciano scoraggiare.
La piccola congregazione battista di Kadschysai in Kirghizistan, Asia centrale, ha perso la sua chiesa il 3 gennaio scorso a causa di un incendio. La comunità è costituita da circa 40 membri prevalentemente kirghisi e russi che si incontrano insieme per adorare Gesù Cristo e studiare la Bibbia.
Nel corso degli ultimi anni il tetto e le finestre della chiesa erano già stati danneggiati, ma questa volta la piccola comunità dovrà cercare un altro locale in cui incontrarsi. La causa dell’incendio non è stata chiaramente identificata, ma l’episodio ricorda da vicino un altro attacco avvenuto ad una chiesa di Tokmak nel luglio 2017, in cui gli assalitori avevano lasciato delle scritte di matrice islamica sui muri.
I media locali hanno parlato dell’attacco e la polizia ha investigato sull’accaduto e ha confermato ai cristiani che “l’incendio è stato evidentemente appiccato da persone che non apprezzano la vostra chiesa e la vostra fede in un paese musulmano“. Successivamente però, al posto di concentrarsi sulla ricerca dei colpevoli, la polizia ha iniziato ad interrogare i cristiani facendo domande come: chi ha finanziato l’acquisto dell’edificio? Quanti kirghisi fanno parte della comunità? Perché andate in chiesa e non in moschea?
Uno dei cristiani ha dichiarato: “Non crediamo che la polizia troverà e punirà i colpevoli, ma noi li benediciamo e preghiamo per loro. Dio sa chi è responsabile di questo atto“.
Sebbene abbiano già affrontato ostilità in diverse occasioni, i cristiani kirghisi rimangono fiduciosi e fermi nella fede. Nonostante la completa distruzione del locale, alcuni oggetti sono rimasti sorprendentemente intatti: ad esempio una Bibbia e il pianoforte. Il pastore vede in questo l’opera di Dio, perché il fuoco è stato appiccato a tarda notte in modo che nessuno potesse accorgersene ed intervenire.