Essere scoperti cristiani è una condanna a morte nella Corea del Nord. Se non uccisi istantaneamente, i cristiani vengono deportati in campi di lavoro in qualità di prigionieri politici. Le prigioni dei campi hanno condizioni orribili e pochi credenti riescono a sopravvivere. Tutta l’intera famiglia subirà la stessa punizione. Si dice che Kim Jong-Un abbia esteso il sistema dei campi di prigionia, in cui oggi sono detenuti circa 50.000-70.000 cristiani.
Porte Aperte stima che più del 30% dei cristiani che si trovano nei campi di lavoro per la loro fede siano donne. La violenza sessuale e lo stupro sono comuni durante gli interrogatori e la detenzione. Anche fuori dal carcere gli abusi sessuali sono frequenti. Circa l’80% dei nordcoreani che scappa in Cina è costituito da donne – incluse molte cristiane. Qui sono particolarmente esposte alla tratta di esseri umani o a matrimoni forzati con uomini cinesi.
Tutti i nordcoreani sono sotto il controllo estremo dello Stato, soprattutto gli uomini adulti. Il lavoro viene assegnato dal governo e non può essere cambiato. Ad ogni individuo che abbia nel suo albero genealogico persone cristiane, viene negato ogni tipo di avanzamento lavorativo, come la possibilità di ricoprire posizioni rilevanti o la desiderata carriera militare.
“Chiedo a coloro che da tutto il mondo hanno pregato per la Corea del Nord, di continuare a farlo affinché la nazione possa giungere al vangelo. I cittadini nordcoreani sono come schiavi ma con la luce del Signore possono essere liberati”.
Il 2021 è il ventesimo anno consecutivo che vede la Corea del Nord essere il primo paese al mondo dove i cristiani sono maggiormente perseguitati. I cristiani nordcoreani affrontano le persecuzioni in ogni sfera della vita, sia pubblica che privata.
Sebbene le autorità nordcoreane affermino che il COVID-19 abbia avuto un impatto marginale sul paese, i nordcoreani lo chiamano il “virus fantasma” perché la popolazione è così malnutrita che gli individui muoiono molto rapidamente per via del COVID-19. La pandemia ha portato una maggiore sicurezza sul confine cinese e una stretta sul mercato nero, che molti usano per sopravvivere.
Qualsiasi cristiano, in qualunque luogo della Corea del Nord, è estremamente vulnerabile alla persecuzione. Il controllo delle autorità nordcoreane si estende oltre il confine nazionale: gli agenti segreti coreani in Cina sono incaricati di trovare e rapire i cristiani nordcoreani che sono fuggiti dal paese.
I collaboratori nascosti di Porte Aperte, attraverso la rete esistente in Cina, forniscono alimenti e beni di prima necessità a più di 60.000 nordcoreani. Altri interventi riguardano: forniture di Bibbie, formazioni di credenti mediante trasmissioni cristiane radiofoniche, accoglienza e formazione dei rifugiati nordcoreani in Cina.
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