Quando i gruppi di estremisti islamici presero il controllo della parte settentrionale del paese nel 2012, le chiese furono bruciate ed i cristiani costretti a fuggire. Questo spostamento affligge ancora i cristiani che persero la casa e la cui chiesa venne distrutta. Sebbene alcuni cristiani e alcune congregazioni siano tornati nel nord del paese, sotto la protezione della polizia, vivono tutt’ora sotto la minaccia di attacchi da parte dei militanti islamici.
Le attività di evangelizzazione nel nord del paese sono particolarmente rischiose, e possono portare ad attacchi da parte degli estremisti islamici. Anche i missionari cristiani che lavorano in Mali vivono sotto il costante pericolo di rapimento, ed alcuni sono infatti stati presi dai jihadisti. Se viene scoperta la conversione dall’islam al cristianesimo, i neoconvertiti cristiani rischiano violenze (soprattutto nel nord del paese) e pressioni da parte dei loro parenti e della loro famiglia.
Le minacce da parte degli estremisti islamici stanno aumentando anche nel sud del paese, dove i cristiani hanno maggior libertà religiosa. Per di più, il colpo di Stato nella tarda estate del 2020 ha protratto lo sconvolgimento politico in Mali, lasciando lo spazio ad elementi estremisti per prendere il controllo in zone che mancano di una forte direzione. Gli estremisti hanno persino sfruttato la situazione di insicurezza legata alla pandemia di Covid-19 per esercitare maggiore controllo su certe parti del Mali, che è una delle nazioni più povere dell’Africa. Tutto questo rappresenta un andamento abbastanza preoccupante per i cristiani, anche se bisogna ancora vedere cosa il governo provvisorio intenderà per libertà religiosa.
Nel Mali, molte donne convertite sono esposte principalmente ad abusi sessuali, divorzi forzati e, quasi sistematicamente, a matrimoni forzati. Ciò è particolarmente comune nel nord del paese. Sebbene ci siano leggi nazionali per proteggere donne e ragazze, le pratiche tradizionali e culturali, come anche le norme di genere, rendono le donne più vulnerabili a tali abusi. Quella di rapire le ragazze cristiane e forzarle a sposare uomini musulmani è una tattica comune usata dagli estremisti islamici per propagare l’islam.
Quando i genitori vengono separati dai loro figli, o i padri vengono uccisi, o quando avviene qualche altra perdita di rilievo, alcune ragazze cristiane sentono di non avere altra alternativa che darsi alla prostituzione per sopravvivere. Anche le vedove sono particolarmente vulnerabili. Come risultato di queste pratiche, alcuni cristiani sono traumatizzati e perdono fiducia nelle autorità. Anche la loro fede a volte ne viene affetta.
Gli uomini ed i ragazzi cristiani in Mali sono particolarmente soggetti a violenti attacchi fisici a causa della loro fede. La diffusa e prevalente povertà in una delle nazioni più povere dell’Africa può rendere molti, soprattutto gli uomini e i ragazzi, vulnerabili a stratagemmi di reclutamento da parte di gruppi di estremisti islamici. Coloro che vivono in aree rurali e remote sono specialmente soggetti ad essere reclutati forzatamente in gruppi armati. I giovani cristiani, nel nord del paese, sono vittime di rapimento, conversione forzata e costrizione ad entrare nelle milizie. Ciò ha un effetto devastante sulle loro famiglie e sui compagni cristiani, che sono traumatizzati da un tale tipo persecuzione. Per far sì che i giovani cristiani siano più protetti, a volte vengono separati dai loro genitori e portati in aree più sicure, ma questo crea poi a sua volta altre sfide.
“Più di una volta la mia famiglia ha inviato dei jihadisti a casa mia per ucciderci [o almeno per intimidirci]. I loro piani però non hanno mai funzionato, ma un giorno, mentre mio marito era fuori per un viaggio d’affari, gli hanno sparato. È stato ucciso per la sua fede, e per aver sposato una ex-musulmana. I suoi colleghi mi comunicarono la tremenda notizia. Ancora oggi non ho idea di cosa sia successo al suo corpo.”
Il Mali è salito di una posizione nella World Watch List 2021 rispetto all’anno passato. La persecuzione rimane ancora alta, particolarmente quella violenta, che è cresciuta nell’anno precedente. Nel 2020, a causa di tremendi attacchi da parte di jihadisti sono morte decine di cristiani. Il rischio di violenze per i seguaci di Gesù in Mail è davvero reale.
I cristiani più a rischio in Mali sono quelli che vivono nelle aree del nord del paese, che sono ampiamente controllate da gruppi di estremisti islamici. Tutti i cristiani sono a rischio in quest’area, ma i convertiti dall’islam sono particolarmente presi di mira. Per di più, questi cristiani possono sperimentare una maggiore oppressione dalle loro comunità e famiglie, che vedono la conversione come un fallimento e la fede in Gesù come qualcosa che porta vergogna alla famiglia o alla società circostante.
In collaborazione con la chiesa locale, Porte Aperte serve i cristiani vulnerabili in Mali fornendo Bibbie, formando i pastori ed i credenti sui vari aspetti della vita e del ministero cristiano, e fornendo aiuto socioeconomico ai cristiani perseguitati. Porte Aperte, insieme a partner locali, aiuta nella preparazione alla persecuzione, nella distribuzione di Bibbie e con corsi di alfabetizzazione.
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch