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Brunei
Leader
Sultano Sir Hassanal Bolkiah
Popolazione
449.000
Cristiani
54.200
Religione principale
Islam
Governo
Monarchia assoluta o sultanato

Livello di persecuzione

Violenza
1.3
Vita di chiesa
14.1
Vita civile
10.8
Vita sociale
10
Vita famiglia
14.7
Vita privata
15

Brunei

Salito di 2 posizioni rispetto alla World Watch List 2023.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Brunei

Dato che la legge della sharia continua ad essere implementata nella nazione, i cristiani affrontano continue restrizioni nel vivere in pubblico la propria fede. Con queste leggi, convertirsi dall’islam è illegale e la pressione è intensa per chiunque segua Gesù. Molte chiese protestanti non si possono registrare come “chiese” e sono invece costrette a registrarsi come attività commerciali o come organizzazioni secolari, tenute, dunque, ad inoltrare resoconti finanziari al governo ogni anno. Il Brunei ha delle linee guida molto rigide per quanto riguarda i culti non-islamici. Sono proibite le celebrazioni pubbliche del Natale. I cristiani, quindi, possono celebrare il Natale in posti dove non vengono visti dai musulmani. Le Bibbie sono altamente controllate e importale è raramente permesso, se non per uso personale. Le attività delle chiese vengono monitorate e ogni condivisione della propria fede con persone musulmane è illegale. Tutti i cristiani bruneiani affrontano un qualche livello di discriminazione, anche se sono i convertiti ad essere particolarmente esposti alla pressione da parte dei familiari, delle comunità e del governo. Le donne che non indossano il velo islamico possono subire pressioni affinchè lo indossino e in alcuni luoghi pubblici – come scuole o collegi – le Bibbie sono messe al bando se la maggioranza delle persone, in quella comunità, è musulmana. In generale, il Brunei è un posto veramente difficile dove poter seguire Gesù, pieno di rischi e pressioni giornaliere.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Nel Brunei una delle sfide più palesi che ogni giorno le donne cristiane devono affrontare riguarda l’abbigliamento. A causa di un’attuazione sempre più rigorosa della legge islamica, ci si aspetta che le donne indossino l’hijab (il velo islamico). Le donne musulmane possono essere punite dalle autorità religiose quando si rifiutano di indossarlo. Questo vale anche per le donne convertite dall’islam ma ancora non conosciute come cristiane. Le donne che provengono da una famiglia cristiana hanno invece più libertà, anche se possono sperimentare discriminazione o pressione nel caso in cui non indossino un velo che copra la testa in ambito scolastico, universitario o sul posto di lavoro. Quando la conversione delle donne viene scoperta, queste solitamente vengono rinnegate dalle loro famiglie, che molto spesso le isolano. Le famiglie delle donne convertite possono chiamare i capi religiosi musulmani che facciano loro pressione affinché rinneghino la propria fede o per costringerle a frequentare dei corsi di riabilitazione spirituale islamica. Le donne non sposate possono essere minacciate con matrimoni forzati, mentre le donne sposate cristiane ex musulmane possono essere separate dai loro figli per essere certi che questi rimangano musulmani.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Alcuni uomini convertiti al cristianesimo sono stati ripudiati dalle loro famiglie e obbligati a lasciare le proprie case. I convertiti possono anche essere picchiati, umiliati e subire maltrattamenti da parte delle autorità religiose. Viene anche fatta loro pressione affinché rinneghino la fede cristiana, atteggiamento che ha un effetto più vasto sulla famiglia allargata e getta vergogna sulla comunità. Anche gli uomini cristiani sono esposti a discriminazione e abusi nelle scuole e in altri ambiti scolastici.

La parola a Lina (pseudonimo), una giovane cristiana del Brunei

“Ero seduta in un angolo mentre leggevo la Bibbia, quando alcune ragazze si sono avvicinate e hanno iniziato a chiedermi perché avessi portato una Bibbia a scuola. Mi gridavano “lascia quel libro a casa!” Ero spaventata. Erano le mie amiche. Non le avevo mai viste così arrabbiate prima”.

Cosa è cambiato quest’anno

La situazione in Brunei rimane difficile per i cristiani, condizione ormai stabile da anni. L’implementazione della sharia ha aggravato una situazione per cui la pressione sui i cristiani si è esacerbata, in modo particolare per coloro che si convertono dall’islam. Anche se il codice penale shariatico non ha ancora avuto conseguenze visibili per la minoranza cristiana, i credenti stanno vivendo con molta attenzione, provando a evitare ogni passo falso. Le chiese continuano a operare all’interno di un quadro giuridico non chiaro, che esiste fintanto che la monarchia del Brunei lo permette.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

I cristiani ex musulmani sono i più vulnerabili e devono affrontare le persecuzioni più intense.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Brunei

Porte Aperte fornisce sostegno in preghiera ai credenti perseguitati in Brunei.

Soggetti di preghiera

  • Pregate per i cristiani che devono far fronte a leggi prevenute nei confronti di qualsiasi cosa al di fuori dell’islam. Chiedete a Dio di dare al Suo popolo grazia e pazienza.
  • Pregate che i giovani nel Brunei abbiano la forza per continuare a seguire Gesù nonostante la pressione dei coetanei e le critiche degli amici.
  • Pregate affinché ci possa essere maggiore libertà di adorare apertamente in Brunei.

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