Burkina Faso: 560 famiglie soccorse
Burkina Faso: 560 famiglie soccorse
A nord del Burkina Faso, la violenza terroristica ha costretto migliaia di cristiani a fuggire in cerca di un luogo sicuro. Porte Aperte è stata in grado di fornire assistenza alle famiglie più vulnerabili.
Naomi e suo marito Eli, pastore di una chiesa locale, hanno vissuto in buoni rapporti con i loro vicini musulmani nel villaggio di Arbinda, fino a quando gruppi di estremisti islamici hanno iniziato ad attaccare la comunità cristiana della zona: “Quel sabato Eli, dopo aver terminato di preparare il sermone per l’indomani, era andato a trovare un suo amico, anch’egli pastore. All’improvviso ho sentito degli spari e visto la gente correre e urlare, la sparatoria è durata due ore. Successivamente sono uscita davanti a casa per attendere mio marito ma ho visto arrivare il nostro amico che sembrava molto turbato”, racconta Naomi.
L’amico pastore ha preso fiato e, ancora ansimante, ha detto: “Naomi, coraggio… purtroppo tuo marito è morto”. Eli è morto mentre cercava di correre a casa dalla sua famiglia. “Il mio mondo si è fermato. Sono rimasta senza parole. L’hanno colpito a morte per la strada e ora, a 45 anni, mi ritrovo sola a prendermi cura dei miei nove figli” ha poi continuato Naomi.
La vita è diventata improvvisamente molto dura per Naomi che, trasferitasi con la famiglia in un campo profughi della città di Kaya, ha detto: “I cristiani sono stati così gentili da accoglierci, ma non avevano di che nutrirci. Abbiamo pianto davanti a Dio giorno e notte”. La violenza scatenatasi a nord del Paese ha causato, a partire da gennaio 2019, centinaia di morti. Secondo l’ONU, 289.000 persone hanno dovuto lasciare le proprie case e 2024 scuole sono state costrette a chiudere. Il pastore Samuel si occupa degli sfollati che arrivano nella sua zona: “Non sappiamo chi siano gli aggressori o chi li finanzi, sappiamo solo che attaccano i cristiani e che questi attacchi hanno distrutto la vita della nostra gente. Siamo tormentati e pieni di dolore dopo la morte dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Incoraggiamo i cristiani costretti a sfollare a non perdere la speranza ma a confidare che Dio li soccorrerà”.
Dopo una prima visita ai rifugiati cristiani a Kaya, Porte Aperte/Open Doors ha provveduto al cibo per 560 famiglie (mais, riso e fagioli secchi per 2 mesi).