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Laos: lasciare la famiglia per la tua fede?

Immagine di repertorio

Laos: lasciare la famiglia per la tua fede?

Cosa succederebbe se la tua famiglia ti rifiutasse a causa della tua fede in Gesù? Te ne andresti? Questo è il dilemma di Cheu. I credenti di paesi buddisti provengono da famiglie molto unite, chiuse in comunità tradizionali. Il Laos è uno di questi paesi, al 24° posto della WWList.
“Un giorno, mio fratello e mio zio sono venuti da me e mi hanno invitato ad andare a casa loro. Non immaginavo che  mi avrebbero legato e picchiato. Mi gridavano che dovevo tornare alla mia vecchia fede e che avrebbero continuato a picchiarmi se non avessi rinnegato Cristo. Mio fratello, un uomo di media statura, ma di solida costituzione, mi colpiva a mani nude sul collo e sul viso: era una furia. Sono stato legato dalle 7 del mattino fino alle 7 di sera”, ricorda Cheu.

Cheu (20 anni), sposato e padre di un bambino di 4 mesi, è membro di una tribù Hmong in una delle province del nord del Laos. Ha sentito parlare del Vangelo da un parente che una volta era stato perseguitato e che Porte Aperte aveva aiutato curando i traumi che aveva subito per la persecuzione. “Mia moglie era malata”, ricorda Cheu. “Aveva mal di stomaco e siamo andati dallo sciamano del nostro villaggio. Lui ci ha detto che per poterla guarire dovevamo offrire degli animali in sacrificio: una mucca, un maiale e altri ancora. La mia famiglia è molto povera e non ce li potevamo permettere”. Come ultima spiaggia è andato da Lha (pseudonimo), il parente cristiano, gli ha chiesto di pregare per la moglie ed è guarita. Quel fatto ha scatenato qualcosa in lui spingendolo a cercare Dio e a chiedersi cosa il Signore volesse fare della sua vita. Ha accettato Gesù Cristo come suo salvatore personale e lentamente ha cominciato a vivere una vita di cristiana, ma presto è iniziata la persecuzione. “Sapevo che sarei stato perseguitato e infatti è successo. Il capo del villaggio ha detto a mio fratello e a mio zio di picchiarmi e perseguitarmi”, afferma Cheu.

Un giorno dopo un altro rapimento con sessione di torture, è giunta la minaccia definitiva: “Se non ritorni alla religione tradizionale, ti uccideremo” gli hanno intimato.  “Quel giorno, una volta libero ho chiesto al Signore la sua guida e di perdonare loro. La mattina presto sono andato a prendere mia moglie. Siamo saliti su un autobus e fuggiti qui. Fino ad ora, mio zio, mio fratello e la mia famiglia non sanno dove siamo, ma so che ci stanno cercando. Ho sentito che, insieme al capo del villaggio, hanno detto che se tornerò a casa, mi uccideranno”.

Cheu e sua moglie sono stati accolti da una comunità di famiglie cristiane a 24 ore di autobus dal suo villaggio. Questa chiesa è sempre aperta ai bisognosi, una vera testimonianza di chiesa evangelica Hmong che ospita i cristiani perseguitati da tutto il Laos. Una seconda famiglia donata a Cheu che provvede loro e li difende.  “Niente può abbattere la mia convinzione, non tornerò indietro mai. Continuerò a credere in Gesù. Mi sacrificherò a Dio. Lo seguirò ovunque voglia e farò ciò che mi chiederà”.

Cheu ha abbracciato Gesù e al contempo la famiglia ha iniziato a perseguitarlo. Ma oggi ha trovato una seconda famiglia…

Laos
Leader
Presidente Thongloun Sisoulith
Popolazione
7.581.000
Cristiani
212.000
Religione principale
Buddismo
Governo
Stato comunista

Livello di persecuzione

Violenza
11.3
Vita di chiesa
14
Vita civile
14.3
Vita sociale
13.2
Vita famiglia
10.6
Vita privata
11.6

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