Le donne in Afghanistan hanno avuto per lungo tempo uno status sociale inferiore e sono state percepite come cittadine di seconda classe, ma sotto il dominio dei talebani devono affrontare un futuro sempre più incerto. La frequenza scolastica delle ragazze è limitata e le donne sono attualmente escluse dal posto di lavoro e sempre più relegate nelle case.
Questi atteggiamenti contribuiscono alle pressioni estreme che le donne convertite possono affrontare da parte della loro famiglia e della loro comunità, pressioni che le rendono particolarmente vulnerabili. Sebbene in Afghanistan le conversioni di solito avvengano all’interno del nucleo familiare, quando una donna decide di convertirsi al cristianesimo da sola è probabile che lo tenga nascosto. In caso contrario potrebbe subire violenze, segregazione domestica, matrimonio forzato o abusi sessuali. A causa della cultura “onore/vergogna” del paese, è improbabile che le donne denuncino casi di stupro e abusi sessuali, per via dello stigma ad essi connesso e della mancanza di adeguate norme giuridiche.
Dopo la presa del potere da parte dei talebani, la maggior parte dei responsabili delle comunità – quasi tutti uomini – sono fuggiti. Alcuni sono scomparsi e altri sono stati picchiati. Gli uomini e i ragazzi temono anche di essere reclutati con la forza nell’esercito dei talebani.
La pressione sugli uomini cristiani si estende alla famiglia e alla vita comunitaria. Dal momento che gli uomini sono in prima linea nella vita pubblica, i convertiti maschi, se scoperti, possono subire vessazioni, ostracismo, rapimento, violenza e morte. Di conseguenza, gli uomini cristiani scelgono di mantenere un profilo basso; alcuni scelgono mansioni umili sul posto di lavoro per evitare attenzioni indesiderate. Sono obbligati a vivere, lavorare e identificarsi come musulmani. Nelle famiglie si fa affidamento sugli uomini per il sostentamento; quindi, se i convertiti maschi vengono uccisi o scompaiono, le famiglie rimangono vulnerabili allo sfruttamento e alla povertà. I ragazzi cristiani, ritenuti privi di valore per via della loro fede, sono soggetti allo sfruttamento sessuale.
La presa del potere da parte dei talebani nell’agosto 2021 ha costretto la maggior parte dei cristiani a nascondersi ulteriormente o ad allontanarsi del tutto dal Paese. Tanti (se non tutti) i gruppi domestici hanno scelto di chiudere, con i fedeli costretti a lasciare tutto ciò che possedevano. Dopo più di un anno la presa del potere da parte dei talebani, tutte le loro promesse sul riconoscimento delle libertà si sono rivelate false. Seguire Gesù rimane una condanna a morte. La rigida forma sociale imposta dai Talebani non lascia spazio a deviazioni, per cui i cristiani – quasi tutti convertiti dall’islam – devono mantenere segreta la loro fede. Abbandonare l’islam è considerato vergognoso e punibile con la morte ai sensi dell’attuale legge islamica. Di conseguenza, i cristiani convertiti affrontano conseguenze terribili e violente se la loro nuova fede viene scoperta, anche da parte dai membri della famiglia che per salvare il loro ‘onore’ potrebbero sbarazzarsi dei convertiti. Migliaia di profughi afghani vivono oggi nei paesi confinanti con l’Afghanistan, spesso in condizioni precarie nei campi per sfollati; tra loro ci sono molti cristiani.
“I talebani stanno effettuando una ricerca porta a porta per trovarci. Dio solo sa chi li ha informati sui luoghi e sull’identità dei credenti. Se li trovano, uccidono i credenti sul posto” – Gulshan, una credente segreta dell’Afghanistan.
Quasi tutti i cristiani afghani sono convertiti dall’islam e non possono praticare apertamente la loro fede. Abbandonare l’islam è considerato vergognoso e punibile con la morte ai sensi della vigente legge islamica. Se scoperti, i cristiani convertiti devono fuggire dal paese. La famiglia, il clan o la tribù spesso scelgono di salvare il proprio “onore” e di trattare con i convertiti noti. Dopo che i talebani hanno assunto il controllo del governo il 15 agosto 2021, la maggior parte dei cristiani ha cercato di lasciare il Paese e/o si è nascosta. L’evento si è rivelato un punto di svolta, specialmente per le donne, che sono nuovamente confinate tra le mura domestiche; ma anche per le minoranze etniche e religiose, compresi i cristiani convertiti, che sono considerati apostati. Mentre i talebani consolidano il potere – nonostante appaiano tutt’altro che uniti – i cristiani convertiti sono costretti ad adattarsi e conformarsi alla rigida forma sociale attuata. La diminuzione dei punteggi, soprattutto quello della violenza, non significa che la situazione per i cristiani sia migliorata, ma che è diventato molto più difficile stabilire per quali motivi le persone soffrano la persecuzione.
Sebbene i talebani abbiano radici più profonde nel sud, nell’est e nel nord-ovest del paese, l’intero Afghanistan è strettamente islamico. Ciò significa che i cristiani incontrano difficoltà ovunque si trovino nel Paese. Detto questo, il controllo e la supervisione tendono a essere più severi nelle aree rurali rispetto che nella maggior parte delle città. Il livello di ostilità che i cristiani possono subire da parte delle loro famiglie e comunità è costante in tutto il Paese.
Porte Aperte sostiene in preghiera i credenti perseguitati in Afghanistan e offre un sostegno concreto ai cristiani afghani costretti a fuggire nei Paesi vicini
Per favore, pregate:
Porte Aperte Onlus
CP 114 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)
Tel: 045 6631224
Email: info@porteaperteitalia.org
5X1000 - C.F. 90002330125
Sito internazionale:
www.opendoors.org
Porte Aperte Ticino:
www.porteaperte.ch