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Libia
Leader
Primo ministro ad interim Abdul Hamid Dubaybah
Popolazione
7.119.000
Cristiani
35.100
Religione principale
Islam
Governo
In fase di transizione

Livello di persecuzione

Violenza
10.2
Vita di chiesa
16.4
Vita civile
16.1
Vita sociale
15.9
Vita famiglia
16
Vita privata
15.9

Libia

Salito di 2 posizioni rispetto alla World Watch List 2023.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Libia

La Libia continua a essere una nazione con pochissima stabilità politica. Gran parte del Paese vive in una sorta di anarchia perpetua, governata da milizie legate al governo ufficiale (zona ovest) o dall’esercito nazionale libico (zona est), con forti influenze islamiste in entrambi i casi. A causa dell’assenza di leggi, i cristiani possono facilmente diventare bersagli di violenza e morte. Chi si converte dall’islam affronta pressioni più intense e violente da parte della propria famiglia e dalla comunità. I convertiti rischiano infatti segregazione domestica, aggressioni, rapimenti, violenze sessuali e omicidi. È estremamente pericoloso per loro incontrarsi per celebrare i culti e la vita della chiesa è quasi inesistente. Anche i cristiani che non sono libici o che non sono convertiti dall’islam sono a rischio. I cristiani di altre parti dell’Africa vengono presi di mira dai gruppi estremisti. Alcuni cristiani sono stati rapiti e, in alcuni gravi incidenti, brutalmente assassinati. I cristiani dell’Africa sub-sahariana, molti dei quali arrivano in Libia nel tentativo di raggiungere l’Europa, sono esposti a rischi ulteriori. A causa della mancanza di uno status ufficiale, costoro possono essere rapiti e inglobati nella tratta di esseri umani. Anche i gruppi estremisti prendono di mira questi credenti.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Le donne libiche convertite dall’islam affrontano gravi persecuzioni in casa e all’interno della comunità. Dato che le donne generalmente hanno, rispetto agli uomini, una posizione inferiore nella cultura libica, per loro è difficile incontrare altri cristiani o avere accesso a materiale cristiano. Se si sospetta che le donne siano interessate a Gesù o al cristianesimo, rischiano segregazione domestica, violenza sessuale, matrimonio forzato o addirittura la morte. Se si trovano ad affrontare tali minacce, può essere difficile per loro scappare, così come è difficile per una donna vivere in maniera indipendente nella nazione.

La Libia ospita anche cristiani provenienti dall’Africa sub-sahariana che cercano di raggiungere l’Europa. Essi sono vulnerabili, in particolare le donne che possono essere esposte a detenzione, rapimento, schiavitù sessuale o diventare vittime della tratta di esseri umani.

Le donne cristiane che subiscono violenza sessuale a causa della loro fede difficilmente otterranno giustizia. Le autorità raramente sono disposte agire e le famiglie non vogliono rendere pubblica l’aggressione a causa della vergogna percepita.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

In Libia gli uomini, in particolare quelli che si convertono dall’islam al cristianesimo, subiscono maggiori violenze fisiche per la loro fede rispetto alle donne. I convertiti possono essere licenziati, subire abusi fisici e mentali e persino essere sfrattati dalle loro case. Inoltre, poiché solitamente sono gli uomini a provvedere alla famiglia, la perdita della capacità lavorativa produce un effetto a catena sull’unità familiare. I rischi sono così alti per gli uomini libici convertiti che diventa impossibile per loro incontrare altri cristiani, a meno che tutta la loro famiglia non sia convertita. Gli uomini cristiani provenienti da altre parti dell’Africa – lavoratori migranti o immigrati in viaggio verso l’Europa – possono affrontare ulteriori pressioni in Libia. Questi uomini sono spesso giovani e viaggiano senza le loro famiglie, il che li espone al rischio di rapimenti o a lavori forzati. Alcuni dei rapiti vengono spesso tenuti in ostaggio per ottenere un riscatto. Poiché gran parte della Libia rimane senza leggi, anche gli uomini cristiani (migranti o meno) corrono il rischio di essere costretti a combattere nei gruppi di miliziani.

La parola a…

Per un cristiano libico è troppo pericoloso condividere una testimonianza.

Cosa è cambiato quest’anno

La Libia continua ad essere uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i cristiani. Quest’anno sono aumentate le violenze contro i credenti. È chiaro che non esiste una zona sicura in Libia per loro. Essere fedeli a Gesù è sufficiente a provocare pressioni e violenza.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

I cristiani sono maggiormente a rischio nelle zone della Libia dove sono attivi i militanti islamici radicali. Questa vulnerabilità porta molti cristiani stranieri a evitare del tutto di viaggiare nel Paese. I convertiti dall’islam sono inoltre vulnerabili a causa delle loro comunità e delle loro famiglie. Infine, i migranti cristiani che cercano di raggiungere l’Europa, se arrestati e detenuti vanno incontro a pressioni pericolosissime, perché possono essere rapiti e costretti a lavori pesanti, o addirittura nel mondo del lavoro sessuale.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Libia

Porte Aperte collabora con partner e chiese locali nel Nord Africa per fornire Bibbie, corsi di discepolato e di formazione per i responsabili delle chiese, sostegno economico, assistenza legale, cura dei traumi e assistenza pastorale.

Soggetti di preghiera

  • La Libia rimane profondamente instabile e alcune parti del Paese hanno un rispetto minimo dello stato di diritto. Ciò comporta un pericolo per il popolo di Dio. Pregate che in Libia ci possano essere stabilità e ordine.
  • Chiedete a Dio di proteggere i migranti cristiani. Pregate che siano protetti dai militanti estremisti.
  • Pregate che Dio aiuti il Suo popolo ad avere comunione. Chiedete a Dio di dare alla Chiesa libica la possibilità di incontrarsi.

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