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Turchia
Leader
Presidente Recep Tayyip Erdogan
Popolazione
85.957.000
Cristiani
169.000
Religione principale
Islam
Governo
Repubblica presidenziale

Livello di persecuzione

Violenza
3.1
Vita di chiesa
11.4
Vita civile
13.2
Vita sociale
11.6
Vita famiglia
11.5
Vita privata
13

Turchia

Sceso di 9 posizioni rispetto alla World Watch List 2023.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Turchia

La combinazione della crescita del nazionalismo religioso e dell’enfasi sui valori islamici da parte del governo sta intensificando la pressione sui credenti in Turchia. I cristiani stranieri continuano ad essere forzati a lasciare il Paese o viene loro vietato di ritornare, anche a coloro che hanno mogli e figli turchi. Le comunità cristiane storiche vengono monitorate regolarmente e sono soggette a controlli e limitazioni da parte dal governo. Nonostante la conversione dall’islam al cristianesimo non sia legalmente proibita, chiunque non sia un musulmano o si converta ad una fede diversa, viene percepito come un turco infedele. I cristiani sono considerati un’influenza occidentale negativa, e coloro che decidono di seguire Gesù, convertiti dall’islam o da altre religioni, possono subire pressioni da parte delle loro famiglie e comunità affinché abiurino la propria fede. Anche i cristiani provenienti dalle minoranze etniche, come i greci e gli armeni, subiscono piccoli affronti sotto forma di sfide legali e burocratiche. Dato che l’affiliazione religiosa viene registrata sulla carta d’identità elettronica, per i datori di lavoro, in particolare quelli che hanno legami con lo Stato, diventa facile discriminare i credenti. In Turchia sono presenti anche cristiani convertiti provenienti da Paesi come l’Iran, l’Afganistan, la Siria e l’Iraq. La pressione su queste persone è molto alta, sia da parte della società turca che da parte degli ufficiali governativi e persino dalle loro famiglie e comunità. Molti hanno paura di prendere contatto con le chiese locali a causa del rischio che corrono di essere scoperti dai membri della propria comunità.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Nella maggior parte della società islamica turca, le donne hanno meno autorità rispetto agli uomini e sono soggette al controllo da parte dei familiari. Ci si aspetta che le donne e le ragazze onorino le proprie famiglie attraverso le loro decisioni. Una donna musulmana che si converte al cristianesimo, o che sposa un cristiano, contraddice tali aspettative. Potrà quindi andare incontro a segregazione domestica, rifiuto, abusi verbali, molestie e violenza sessuale. Le donne che si convertono nelle zone rurali sono maggiormente a rischio. Data la crescente enfasi dell’islam nella società, coloro che non si conformano alle regole di abbigliamento islamico sono a rischio di molestie, insulti e violenza.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

In Turchia ci si aspetta che gli uomini siano difensori dell’islam e della “turchicità”, concetti strettamente intrecciati nella percezione pubblica. La pressione di dover soddisfare tale aspettativa impedisce a molti uomini di mettere piede in una chiesa. Gli uomini che si convertono al cristianesimo possono venire minacciati, arrestati, imprigionati, perdere il lavoro, essere diseredati o venire espulsi dalla famiglia. La pressione si estende anche al servizio militare obbligatorio. Coloro conosciuti per essere cristiani vengono visti con sospetto dai loro superiori e subiscono atti di bullismo dai loro pari. Un convertito arruolato nell’esercito deve mantenere la sua fede segreta dato che sarebbe comunque impossibile praticare qualsiasi forma devozionale.

Che cosa è cambiato quest’anno

Per un certo periodo di tempo, il numero di divieti per entrare nel Paese per i cristiani stranieri sembrava essere diminuito. Tuttavia, durante il 2023, il numero è tornato ad aumentare. Il governo turco ha continuato a vietare ad alcuni cristiani espatriati di rientrare nel Paese, spesso per vaghi motivi di sicurezza. Questi divieti sembrano essere un tentativo deliberato di isolare le chiese non tradizionali.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

L’ostilità nei confronti dei cristiani è particolarmente acuta nelle zone rurali, dove la cultura è tipicamente conservativa e islamica. La maggior parte delle comunità cristiane non tradizionali quali quelle battiste, evangeliche e pentecostali, vivono nelle città della costa occidentale come Istanbul, luoghi tendenzialmente più liberali e secolari. Le chiese armene e siriache affrontano ostilità nel sud-est del Paese. Per decenni si sono trovate in mezzo alla rivalità tra l’esercito turco e i gruppi di resistenza curdi, sperimentando discriminazione sia dai turchi che dai curdi. La maggior parte dei cristiani di queste chiese non vive più nella propria regione d’origine, ma si è trasferita verso le zone occidentali della Turchia.

In che modo Porte Aperte aiuta I cristiani in Turchia

Porte Aperte richiede preghiere per i credenti perseguitati in Turchia. Attraverso partner locali, Porte Aperte sostiene i rifugiati di lingua persiana con corsi, risorse e supporto pratico

Soggetti di preghiera

Per favore, pregate

  • Che i cristiani possano essere considerati come membri di valore nella società turca e non come una minaccia.
  • Che ai credenti venga dato coraggio, saggezza e protezione mentre seguono Gesù in una società sempre più ostile.
  • Che i credenti non si scoraggino a causa delle continue sfide che devono affrontare

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