Bangladesh: Due mesi di tempo per tornare all’induismo. “Mi perseguiteranno, ma sceglierò Cristo”
Bangladesh: Due mesi di tempo per tornare all’induismo. “Mi perseguiteranno, ma sceglierò Cristo”
Bhuttu Roy è un bengalese di tradizione induista. Dopo essersi convertito a Cristo nel 2020, ha dovuto affrontare violenza fisica e pressione psicologica da parte delle persone a lui più vicine. Ora ha solo due mesi per scegliere tra fede e affetti familiari.
Tra ricatto e speranza
Venuti a sapere della sua conversione, la moglie e i fratelli di Bhuttu Roy hanno iniziato a esercitare una forte pressione su di lui per convincerlo a tornare all’induismo. Al suo rifiuto, la moglie è andata via di casa portando con sé la figlia. Lo scorso 15 dicembre, i fratelli e cugini di Bhuttu Roy lo hanno picchiato, lasciandolo in fin di vita.
Un dolore fisico e dell’anima: “Chi un tempo mi amava, ora mi è nemico”, è l’amara constatazione dell’uomo che dopo ha aggiunto: “Sono i miei fratelli, li amo. Amo mia moglie. Li ho perdonati“.
Di recente, i fratelli della moglie di Bhuttu Roy hanno deciso di accordargli un’ultima possibilità: potrà entrare nuovamente a far parte della famiglia se tornerà all’induismo. Mentre moglie e figlia sono tornate da lui, all’uomo sono stati concessi due mesi di tempo per pensare a questa possibilità.
Un’incrollabile certezza
Nonostante sia sollevato e felice di essere tornato con sua moglie e sua figlia, Bhuttu Roy non nasconde la preoccupazione per la persecuzione che lo attende. Perché di una cosa è certo: non potrà mai rinnegare Gesù! “Ringrazio Dio perché mia moglie e mia figlia sono tornate. Prego per loro, per i miei fratelli e i miei cognati, affinché possano conoscere la Verità e pentirsi”.
Una società di stampo patriarcale
Il Bangladesh è caratterizzato da una società di stampo patriarcale, pertanto uomini e ragazzi sono considerati la guida delle proprie famiglie. Questo il motivo per cui, quando abbandonano l’induismo per abbracciare il cristianesimo, vengono minacciati e picchiati, additati di aver “tradito la propria cultura e la propria religione”.
Chiediamo di pregare per Bhuttu Roy e per tutti i capifamiglia che, come lui, affrontano forti pressioni fisiche e psicologiche per la scelta di non rinnegare la fede cristiana.