Il gruppo estremista islamico Boko Haram è attivo nel nord del Camerun ed ha creato un ambiente ostile ai cristiani, che sono stati rapiti e uccisi, e le cui chiese sono state prese di mira e attaccate. La concentrazione del governo su altri problemi ha fornito a Boko Haram un varco per espandersi e continuare gli attacchi che prendono di mira i cristiani.
Nelle aree in cui Boko Haram è attivo, le attività delle chiese sono state ostacolate o disturbate. A causa dello sfollamento delle persone, le chiese non sono state in grado di funzionare normalmente in quelle zone del paese. In altre aree, le ingiunzioni di sicurezza hanno imposto pesanti restrizioni alle attività ecclesiali.
In Camerun, per i musulmani che vogliono convertirsi al cristianesimo, la situazione è molto difficile. Nelle parti prevalentemente musulmane del paese, è avvenuto un processo di radicalizzazione. I convertiti al cristianesimo di origine musulmana, qualora trovati in possesso di Bibbie o di altri libri cristiani, sono stati minacciati. Essi non sono liberi di esprimere la loro fede o le credenze cristiane, nemmeno ai parenti stretti, perché, così facendo, si esporrebbero al rischio di azioni violente da parte della loro comunità.
Nelle aree remote delle regioni settentrionali, molti cristiani di origine musulmana sperimentano problemi con le comunità locali, poiché il governo centrale, in queste zone, non è abbastanza forte per preservare la pace e la libertà religiosa – o per difendere queste aree dagli attacchi degli estremisti islamici. Le donne convertite dall’islam sono spesso costrette a sposarsi con non cristiani e anche le donne cristiane affrontano il pericolo di essere rapite da Boko Haram.
Nel Camerun settentrionale le donne cristiane sono soggette a una serie di forme di persecuzione legate al loro status nella società. Boko Haram rapisce spesso donne e ragazze che utilizza per i lavori forzati e le costringe a sposarsi con estremisti. Nei luoghi in cui le scuole sono ancora attive, alcuni genitori cristiani tengono le loro figlie a casa, per la loro sicurezza.
Se una cristiana sposa un musulmano e in seguito si separano, la famiglia di quest’ultimo spesso rifiuta di lasciarle l’affido dei bambini, insistendo sul fatto che essi devono essere allevati secondo la religione musulmana.
Anche a causa della mancanza di istruzione, le donne camerunesi dipendono dai loro mariti o dai loro padri e, quando prendono la decisione di convertirsi al cristianesimo, la conversione è vista come un atto provocatorio. In questa situazione, a volte, le ragazze sono costrette a sposarsi con non cristiani. In molti casi, le famiglie musulmane isolano le donne convertite o le trasferiscono, al fine di costringerle a cambiare idea. Una giovane madre convertita raccontava di essere stata separata dal marito e costretta a lasciare il figlio maggiore a vivere con il padre. A causa della situazione di persecuzione, è stata costretta anche a lasciare il secondogenito al fratello musulmano, che ha finito per affidarlo a un altro vicino musulmano.
In generale, la discriminazione colpisce i cristiani nell’ambito delle opportunità lavorative. Inoltre, costoro subiscono pressioni da parte dei funzionari governativi, nel momento in cui si oppongono alla corruzione. Quando un uomo rifiuta di essere coinvolto in pratiche non etiche a causa delle sue convinzioni cristiane, viene schernito e chiamato codardo. Quando a un cristiano, in maniera discriminatoria, viene rifiutato l’accesso al mondo del lavoro, la sua famiglia rimane senza alcuna fonte di sussistenza.
Nella vita comunitaria la persecuzione si manifesta in varie forme, a cominciare dalla mancanza di opportunità educative per i ragazzi cristiani. I boicottaggi sociali colpiscono le famiglie cristiane anche economicamente, finanziariamente e psicologicamente. Inoltre, più volte i cristiani sono stati accusati ingiustamente e hanno subito processi iniqui nei procedimenti giudiziari con i musulmani.
In caso di rapimenti, il più delle volte viene rapito un uomo o un ragazzo, lasciando le famiglie cristiane senza una fonte primaria di reddito. Le comunità cristiane, a causa di tali attacchi, si sono ridotte di dimensioni e molte di esse si sono trasferite in aree più sicure. Per quanto riguarda i giovani cristiani, si registrano pressioni per partecipare ai riti tradizionali di passaggio e ad altri rituali religiosi non cristiani. La violenza e la pressione esterna influenzano spesso le differenti generazioni in modo diverso, nell’ambito della Chiesa; i giovani cristiani possono così iniziare a non avere fiducia nell’autorità dei genitori e dei dirigenti della Chiesa e ad ignorare la loro enfasi sulla non violenza.
“Gli attacchi sono incessanti. La sera andiamo in montagna a dormire e la mattina torniamo in paese a lavorare. È così che viviamo adesso, perché le nostre case non sono sicure. A volte, possiamo vedere i miliziani di Boko Haram che ci osservano dalle montagne… forse nell’atto di pianificare la loro prossima incursione. Quando attaccano, possiamo solo correre e nasconderci, per salvarci. Molti cristiani sono fuggiti dal villaggio perché non è possibile prevedere quando avverrà la prossima aggressione”.
Nel tempo trascorso dalla WWList dello scorso anno, il Camerun è salito di sei posizioni nella World Watch List del 2021. Per i seguaci di Gesù in Camerun la persecuzione è aumentata in quasi tutti gli ambiti della vita, e anche la violenza ha registrato un inasprimento. È una tendenza preoccupante per questa nazione dell’Africa subsahariana.
In Camerun è difficile l’instaurazione di qualsiasi tipo di governo forte e stabile, che possa fornire un grado accettabile di sicurezza. Nell’estremo nord, dove Boko Haram continua a lanciare attacchi, i cristiani subiscono violenze per la loro fede; nelle regioni di nord-ovest e sud-ovest sta crescendo la rivolta. Inoltre, i convertiti al cristianesimo di origine musulmana sono obiettivi particolari nell’ambito delle loro comunità.
I programmi di Porte Aperte in Camerun mirano a sostenere la chiesa nell’ambito della preparazione alla persecuzione, dell’addestramento al discepolato e dell’emancipazione economica.
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