Anche se la minaccia pubblica dell’ISIS si è ampiamente attenuata, i cristiani in Siria sono ancora alle prese con persecuzioni quotidiane che possono diventare violente. Nelle aree in cui sono attivi gruppi estremisti islamici, i leader delle chiese storiche possono essere presi di mira semplicemente perché sono più visibili. Ma anche i leader di altri gruppi cristiani sono vulnerabili perché più attivi nell’evangelizzazione. In molte aree della Siria dove gli estremisti islamici avevano il controllo (o continuano a mantenere il controllo), gli edifici delle chiese sono completamente distrutti. Laddove gli estremisti controllano il territorio, qualsiasi espressione pubblica di fede è pericolosa. Inoltre, ogni cristiano in Siria vive con la consapevolezza costante che gli estremisti islamici non hanno davvero lasciato la nazione: si sono semplicemente ritirati nell’ombra e potrebbero tornare di nuovo alla vita pubblica in futuro.
Poiché la popolazione cristiana della Siria è diminuita a causa della guerra civile, sempre più cristiani siriani provengono da un ambiente musulmano. Questo li rende ulteriori bersagli: il governo vuole garantire che non vi siano sconvolgimenti sociali causati dalla conversione religiosa e le famiglie e le comunità possono rifiutare, punire o persino aggredire i cristiani che si convertono dall’islam.
In un contesto di instabilità e restrizioni alla libertà religiosa, le donne siriane appartenenti a minoranze religiose (cristianesimo incluso) rischiano rapimenti, molestie sessuali e stupri. Tuttavia, i gruppi estremisti islamici non sono l’unica minaccia per le donne e le ragazze cristiane. Per le donne convertite in Siria, la violenza può provenire dalle proprie famiglie e comunità, in particolare per quelle che provengono da una famiglia e da una comunità musulmana. Le donne cristiane convertite sposate con un musulmano rischiano il divorzio, soprattutto se ne vengono a conoscenza i suoceri. In questo caso, verrebbe loro negato anche l’affidamento dei figli poiché la legge della Sharia impone che i diritti siano dati al genitore musulmano. Anche le donne cristiane sposate con cristiani di origine musulmana devono affrontare delle sfide, poiché la legge considera i mariti ancora musulmani. È estremamente difficile per loro allevare i propri figli come cristiani, e se il marito dovesse morire, la moglie cristiana non avrebbe diritto a nessuna eredità a meno che non si converta all’islam.
I reati contro gli uomini cristiani in Siria colpiscono soprattutto le loro famiglie, specialmente se questi vengono uccisi o rapiti. Nella società tradizionale siriana, sono principalmente i maschi a provvedere alla famiglia, sostenendola finanziariamente. Se perdono il lavoro o vengono rapiti/uccisi, l’intera famiglia diventa dipendente, per sopravvivere, da un sostegno finanziario esterno. Gli uomini convertiti dall’islam affrontano ulteriori forme di violazione della libertà religiosa, possono essere minacciati dalla loro famiglia o può essere negata loro l’eredità dovuta. Il rapimento di responsabili di chiesa continua ad avere un notevole impatto negativo sulle comunità cristiane.
“Gesù è tutto per me. Quando non avevo nessuno, Lui era con me, è mio fratello, il mio compagno, il mio migliore amico. Parlo sempre con Lui, mi affido a Lui, Gesù mi ha davvero salvato la vita. Quando volevo uccidermi, mi ha fermato e mi ha dato speranza per il futuro. Quando le cose vanno male, vado a Gesù. So che ha un buon piano per la mia vita”.
La violenza contro i cristiani in Siria è diminuita e questa notizia va festeggiata. Eppure, il paese rimane in cima alla WWList: la pressione su tutti i cristiani è estrema e i responsabili delle chiese sono presi di mira con abusi e persecuzioni. I cristiani che abbandonano l’islam continuano a portare un grande fardello imposto loro dal governo, dalla società e dalle loro stesse famiglie.
Nelle aree della Siria dove gli estremisti islamici detengono il controllo, i cristiani continuano a subire forti pressioni. Negli ultimi anni, l’ISIS ha preso di mira i cristiani e la tensione è alta. Dopo l’invasione da parte della Turchia, alla fine del 2019, anche i luoghi in cui sono stati mandati combattenti e supporto militare dai turchi sono pericolosi per i cristiani. E infine, i cristiani che lasciano l’islam per seguire Gesù sono a rischio in tutta la Siria.
Porte Aperte lavora con la Chiesa locale in Siria rafforzando la sua leadership e aiutandola a essere un faro di speranza in Siria. Porte Aperte supporta la distribuzione di libri, il discepolato biblico e la formazione, l’assistenza per i traumi e l’istituzione di centri comunitari (Centri di speranza) che forniscono servizi ai cristiani siriani e ai loro vicini.
Pregate che la situazione politica e militare in Siria si risollevi. La guerra civile continua da più di un decennio e, anche se il peggio della violenza sembra essere passato, il paese continua a essere distrutto. Pregate che Dio porti la pace nel Paese e addolcisca i cuori di coloro che sono al potere per provvedere ai bisogni dei membri più vulnerabili della società siriana.
Pregate per i cristiani in Siria, in particolare per i leader di chiesa e per i convertiti dall’Islam. Pregate che Dio li protegga dalla violenza, ma che sollevi altresì il loro spirito, anche quando la vita quotidiana sembra impossibile. Chiedete a Dio di infiammare i loro cuori di amore per Lui e che abbiano la consapevolezza che la Chiesa mondiale è con loro.
Chiedete a Dio di rafforzare le chiese con cui Porte Aperte lavora in Siria. Chiedetegli di benedire la nostra leadership e la formazione al discepolato. Pregate che Dio aumenti il ministerio dei nostri Centri di Speranza, che siano fari della pace di Dio per i cristiani così devastati dalla guerra e dall’estremismo islamico.
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