Nonostante per anni il Bangladesh sia stato guidato politicamente da donne, la sua società rimane patriarcale, Le donne e le ragazze cristiane sono fortemente perseguitate dalle loro famiglie e dalle comunità locali, soprattutto le convertite, accusate di aver “tradito” la propria cultura e religione. Varie sono le forme di persecuzione quali molestie, abusi sessuali, fisici ed emotivi, matrimoni o divorzi forzati, segregazioni domestiche e rapimenti.
Molti uomini vengono attaccati perché convertiti dall’islam. L’ampia pressione esercitata dalla comunità, così come dai leader musulmani, costringe alcuni dei convertiti a fuggire dalla propria casa. Molti cristiani vengono ingiustamente accusati di corrompere musulmani per convertirli al cristianesimo o persino di spacciare droga. Tali accuse servono per attirare su di loro l’attenzione della polizia. Coloro che rischiano maggiormente l’arresto sono i responsabili delle chiese, anche se raramente vengono imprigionati.
In Bangladesh la forma di persecuzione più severa è riservata ai convertiti al cristianesimo di origine musulmana, indù, buddista o tribale. Questi possono essere vittime di restrizioni, discriminazioni o perfino di episodi di violenza. Spesso gli incontri con altri cristiani vengono organizzati in segreto.
Anche le chiese protestanti impegnate tra le comunità musulmane possono affrontare persecuzioni. L’arresto dei responsabili delle chiese può destabilizzare le comunità e intimidirle nel tenere riunioni. Anche le chiese che in passato non sono state oggetto di persecuzione, come quella cattolica romana, stanno subendo sempre più episodi di violenza e minacce di morte.
“Ho il diritto di scegliere e praticare la mia fede. Non abbandonerò la mia fede in Gesù Cristo” – Jashim è stato brutalmente attaccato da una folla di 50 60 persone
Nonostante un lieve calo nella denuncia degli episodi di violenza contro i cristiani, in quest’ultimo anno l’opposizione nella sfera privata è aumentata, traducendosi in una maggiore pressione verso i cristiani convertiti. In linea generale, la persecuzione dei nostri fratelli e sorelle in Bangladesh continua ad essere piuttosto grave.
Per i cristiani è pericoloso vivere nella regione settentrionale del Bangladesh, poiché la zona, ospitando diverse minoranze etniche, è sede di persecuzioni da parte della maggioranza musulmana, della minoranza buddista e delle comunità tribali.
Negli ultimi anni, dal vicino Myanmar sono giunti più di 700.000 rifugiati musulmani e la maggior parte si è stabilita nel distretto di Cox Bazar, situato nella parte sudorientale del paese. Tra i rifugiati c’è una piccola minoranza dii convertiti Rohingya che è vittima di oppressione, ma che non ha possibilità di scappare.
Porte Aperte collabora con le chiese partner locali al fine di rafforzare la fede dei cristiani perseguitati in Bangladesh. Le attività includono formazione e distribuzione di materiale biblico, progetti di alfabetizzazione e di sviluppo socioeconomico e aiuti umanitari.
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