Skip to main content
Iraq
Leader
Primo Ministro Mohammed Shia al-Susani
Popolazione
43.171.000
Cristiani
154.000
Religione principale
Islam
Governo
Repubblica federale parlamentare

Livello di persecuzione

Violenza
7.8
Vita di chiesa
13.9
Vita civile
14.8
Vita sociale
14
Vita famiglia
14.4
Vita privata
14.2

Iraq

Salito di 2 posizioni rispetto alla World Watch List 2023.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Iraq

La comunità cristiana prosegue il lavoro di ricostruzione e ristabilimento mentre guarisce dagli orrori prodotti dallo Stato Islamico. Paiono non cessare gli attacchi aerei da parte di Turchia e Iran in alcune parti del Paese, che impattano anche i cristiani. Anche le comunità cristiane storiche dell’Iraq hanno problemi con la persecuzione e la discriminazione, in particolare da parte dei miliziani dei gruppi islamici e dei leader non cristiani. Nelle zone in cui sono una minoranza significativa, come nell’Iraq centrale e meridionale, i cristiani spesso non espongono pubblicamente simboli legati alla loro fede per evitare di incorrere in violenze e maltrattamenti ai posti di blocco, nelle università, nei posti di lavoro e negli uffici governativi. I cristiani, (appartenenti a denominazioni storiche o meno) possono subire discriminazioni da parte del governo. Qualsiasi gruppo cristiano pubblicamente attivo può essere, potenzialmente, accusato di blasfemia se ritenuto impegnato nella condivisione del vangelo con i musulmani. Inoltre, coloro che si convertono dall’islam molto probabilmente dovranno affrontare forti pressioni da parte delle loro stesse famiglie e comunità: possono essere minacciati, abusati, perdere ogni contatto con i familiari, essere posti sotto pressione sociale o, addirittura, uccisi. La conversione può avere, inoltre, conseguenze pratiche, incluse la perdita dell’eredità e la carenza di opportunità professionali.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Le donne cristiane in Iraq riferiscono di essere vittime di commenti volgari e molestie sessuali dovute alla falsa percezione secondo la quale donne e ragazze cristiane sarebbero “di facili costumi”; abusi che possono avvenire anche nei luoghi di lavoro. A causa di un così forte timore per le loro figlie, le famiglie cristiane potrebbero essere spinte a lasciare il Paese per proteggerle; in aggiunta a ciò, le donne delle comunità cristiane storiche, schiavizzate sessualmente dal gruppo dello Stato Islamico durante l’occupazione della piana di Ninive (2014-2017), continuano ad essere traumatizzate. Le donne cristiane ex-musulmane vivono le esperienze più difficili, molto spesso sotto la pressione generata dalla famiglia allargata: il destino finale delle cristiane ex-musulmane dipende, in gran parte, dall’attitudine della famiglia e della comunità: le donne convertite dall’islam possono essere vittime di segregazione domestica, percosse, violenze sessuali, stupri e anche delitti d’onore; se non sposate, le famiglie potrebbero obbligarle ad un matrimonio con un uomo musulmano conservatore mentre, se sposate, rischiano il divorzio o addirittura la perdita della custodia dei figli. Nel caso in cui le famiglie siano (più o meno) tolleranti nei confronti della loro conversione, le cristiane convertite affrontano comunque un’ulteriore difficoltà: il governo iracheno non riconosce la conversione, così le donne musulmane non potranno sposare uomini non musulmani, quindi una cristiana ex-musulmana non potrà sposare legalmente un uomo cristiano.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Gli uomini cristiani in Iraq subiscono discriminazioni sul lavoro, in particolare coloro che lavorano nel settore pubblico: possono perderlo, avere difficoltà nel trovare un’occupazione o essere vittime di sfruttamento lavorativo. Questa dolorosa sofferenza pone ulteriore pressione sugli uomini cristiani (e sulle loro famiglie) per spingerli ad abbandonare l’Iraq. I cristiani ex-musulmani sono ancora più a rischio, soprattutto se c’è della tensione familiare a causa della loro conversione: essi potrebbero essere cacciati dalle loro famiglie, essere costretti a sposare donne musulmane o, addirittura, venire uccisi per la loro fede. In tutte queste circostanze può sembrare impossibile agli uomini cristiani immaginare un futuro all’interno della nazione e tale realtà ha condotto ad una crisi migratoria che ha decimato le famiglie e, conseguentemente, le comunità ecclesiali del Paese.

La parola a Daniel, responsabile di una chiesa dell’Iraq del nord

“Spero che la gioventù cristiana in Iraq realizzi i propri sogni e che sia più resiliente affinché possa darsi da fare per proteggere la propria esistenza. Ora la nostra esistenza è sotto minaccia, stiamo lavorando duramente per preservarla. Il mio più grande sogno è che i giovani restino e che possano divenire il sale e la luce di questo Paese. Abbiamo veramente bisogno di loro nel futuro per condurre la nostra comunità in una posizione migliore.”

Cosa è cambiato quest’anno

La violenza è aumentata, rendendo un luogo ancora più ostile quella che già era una nazione difficile per i cristiani. In più, le regioni dell’Iraq che erano tradizionalmente più tolleranti alle conversioni sono divenute più pericolose per chi desideri lasciare l’islam e seguire Gesù. A prescindere da questi fattori, la situazione in gran parte dell’Iraq resta molto difficile. I cristiani vivono sotto pressione e molte chiese continuano a doversi confrontare con le conseguenze negative del regno di terrore instaurato dallo Stato Islamico; i rischi sono ancora molto alti per quanti professano il nome di Gesù in Iraq.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

I cristiani ex-musulmani sono quelli esposti a maggiori rischi, così come i credenti nelle regioni meridionali e centrali del Paese (anche loro solitamente provengono dalla fede islamica).

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Iraq

I partner locali di Porte Aperte sostengono la chiesa in Iraq con corsi di formazione, cura dei traumi, consegne di Bibbie e libri cristiani, progetti socioeconomici e microprestiti, dando il proprio contributo nella ricostruzione di case e chiese, oltre che tramite aiuti umanitari di primo soccorso.

Soggetti di preghiera

  • Pregate per i cristiani e per le chiese vittime della discriminazione in Iraq. Chiedete a Dio di aiutarli a perseverare nonostante i trattamenti ingiusti ed affinché il cuore dei loro persecutori cambi.
  • Glorificate Dio perché le ricostruzioni continuano nelle comunità cristiane storiche nel nord dell’Iraq, chiedeteGli di aiutare le chiese e i credenti ad affondare sempre più le loro radici nella nazione.
  • Pregate per l’opera svolta da Porte Aperte nella cura dei traumi, molti cristiani iracheni portano con sé profonde ferite dagli anni dell’ISIS; chiedete a Dio di benedire questo ministero.

GALLERY

Iraq Galleria 01
Iraq Galleria 02
Iraq Galleria 03
Iraq Galleria 04
Iraq Galleria 05
Iraq Galleria 06