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Niger
Leader
Presidente Mohamed Bazoum (deposto)
Popolazione
27.066.000
Cristiani
66.600
Religione principale
Islam
Governo
Repubblica semipresidenziale

Livello di persecuzione

Violenza
15.9
Vita di chiesa
13.1
Vita civile
7.7
Vita sociale
14.5
Vita famiglia
9.6
Vita privata
9.4

Niger

Salito di 1 posizione rispetto alla World Watch List 2023.

Fonti di persecuzione

Che aspetto ha la persecuzione in Niger

Il colpo di Stato militare dello scorso anno si è sovrapposto alla crescente ostilità avvertita da molti cristiani nel Paese, aggravandola. Nel luglio 2023, il generale Abdurrahman Tchiani, capo dell’unità della guardia presidenziale, si è proclamato nuovo leader della nazione, suscitando il timore che ciò possa esporre il Paese ad ulteriori attacchi da parte di estremisti islamici. Tali timori vengono accresciuti dal fatto che i militanti islamici hanno già aumentato la loro influenza in Niger, provocando un aumento degli attacchi a proprietà cristiane quali chiese, scuole e centri sanitari. Nelle aree sotto il controllo dei miliziani, le funzioni religiose e altri eventi si svolgono sotto la minaccia di potenziali violenze o aggressioni. L’instabilità della regione del Sahel non fa che accrescere tale vulnerabilità. Coloro che lasciano l’islam per seguire Gesù affrontano l’ulteriore sfida delle pressioni esercitate dalle proprie famiglie affinché rinuncino alla loro nuova fede. Le pressioni provengono anche dalle autorità e potrebbero aumentare nel futuro prossimo; l’iter legale per la registrazione di una chiesa è arduo e lungo, a volte vengono creati ostacoli legali per impedire ai cristiani di riunirsi, questo ha un impatto significativo sul loro senso di comunità. I credenti possono anche essere oggetto di discriminazioni sul posto di lavoro, specialmente nel settore pubblico; raramente ottengono posti di lavoro nei servizi governativi locali e le promozioni vengono spesso negate.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

Sebbene la legge preveda parità di trattamento tra uomini e donne, il Niger è una società fortemente dominata dagli uomini: è uno dei tre Paesi al mondo in cui le donne sposate devono ottenere il permesso del marito per aprire un conto in banca e viene registrato il più alto tasso di matrimoni infantili al mondo. In questo contesto, le donne e le ragazze cristiane sono particolarmente vulnerabili: chi tra loro sceglie coraggiosamente di lasciare l’islam per il cristianesimo potrebbe affrontare matrimoni forzati, abusi sessuali, divorzi, perdita della custodia dei figli e perdita dell’eredità. Anche in Niger, così come in molte altre zone del Sahel, le donne e le ragazze sono particolarmente esposte a rapimenti, stupri e abusi sessuali da parte di gruppi estremisti, spesso con l’obiettivo di procreare una futura generazione di combattenti. Oltre alla minaccia dei gruppi jihadisti, le nostre sorelle in fede affrontano il rischio di stupri e seduzioni mirate con lo scopo di indurre conversioni forzate; l’alto tasso di povertà del Paese viene, a volte, usato per attirare le ragazze lontano dalle loro famiglie.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Un’impennata di attacchi da parte di gruppi armati islamisti durante l’ultimo anno ha costretto molti uomini, soprattutto pastori e responsabili di chiese, a fuggire verso città relativamente sicure come la capitale Niamey oppure oltre il confine con il Burkina Faso; gli estremisti possono aggredire anche i ragazzi cristiani e ucciderli. Il reclutamento, spesso forzato, di bambini-soldato è un problema comune in Niger, ed i ragazzi cristiani sono tra quelli maggiormente reclutati; i giovani possono venir rapiti anche per avere manodopera per il lavoro forzato oppure per essere scambiati tra gruppi militanti in cambio di denaro, armi o altre risorse. Dato che la conversione dall’islam è percepita da alcune famiglie come un tradimento, c’è tanta pressione sui nostri fratelli affinché rinuncino alla loro nuova fede; essi possono essere respinti, cacciati di casa o segregati.

La parola a Halima (pseudonimo), perseguitata dalla madre a causa della sua fede

“Vorrei che pregaste per me. Attualmente vivo con una famiglia cristiana e sono ben nutrita ed anche ben protetta, ma pregate affinché la mia fede non si raffreddi e mia madre doni la sua vita a Cristo”.

Cosa è cambiato quest’anno

Il colpo di Stato militare dello scorso anno ha segnato una nuova era di insicurezza ed incertezza per il Niger e per i suoi cristiani: non è chiaro cosa questo possa significare nel lungo termine, ma ciò che appare già evidente è il senso di tristezza e scoraggiamento provato dai credenti nigerini, soprattutto perché la nazione, fino a non molto tempo fa, era considerata un rifugio sicuro all’interno di una regione, al contrario, molto instabile. Tra gli esperti cresce la preoccupazione che quanto avvenuto in Niger conduca all’alterazione dell’intero assetto della sicurezza della regione, un assetto manifestatosi prezioso durante l’ultimo decennio. Con la crescita dell’estremismo nel Paese, i cristiani e le chiese sono stati presi maggiormente di mira. È stato un periodo estremamente difficile per molte delle nostre sorelle e dei nostri fratelli; una situazione che riflette le sfide percepite dai credenti nella più ampia regione dell’Africa sub-sahariana.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

Le aree al di fuori delle città principali sono quelle in cui i cristiani tendono maggiormente a subire persecuzioni; approfittando della pandemia, i militanti islamici hanno potuto espandere le loro aree di influenza, mettendo sotto pressione un numero maggiore di cristiani.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Niger

Porte Aperte opera attraverso partner in Niger per sostenere i cristiani perseguitati attraverso programmi di sviluppo socioeconomico, corsi di leadership e di discepolato, formazione per la resistenza alla persecuzione e assistenza pastorale per i nuovi credenti.

Soggetti di preghiera

Per favore, pregate:

  • Per la stabilità del Paese dopo il colpo di Stato militare e perché non aumenti l’influenza dei gruppi estremisti.
  • Per la protezione dei cristiani che vivono sotto la minaccia della violenza dei militanti islamici.
  • Perché i credenti di origine musulmana trovino comunione e siano consapevoli di non essere soli.

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