Golpe in Sudan: Ricevuto messaggio audio da un cristiano locale
Golpe in Sudan: Ricevuto messaggio audio da un cristiano locale
Non c’è pace in Sudan, i militari guidati dal generale Abdel Fattah al-Burhan hanno preso il potere a Khartum, capitale del paese, arrestando il primo ministro Abdalla Hamdok e mettendo fine al suo governo. Questo ha dato vita a un’immediata protesta: migliaia di sudanesi hanno invaso le strade. Si contano i primi morti e decine di feriti negli scontri.
“La notizia è molto inquietante. Chiediamo ai cristiani di tutto il mondo di unirsi a noi nel pregare per il Sudan in questo momento. Il paese ha fatto molta strada da quando è stato posta la parola fine al dominio dell’ex dittatore Hassan al Bashir. Il rischio ora è di assistere a un passo indietro, con conseguenze potenzialmente gravi per la Chiesa” – ha dichiarato Yasin, responsabile del nostro lavoro in Africa orientale.
Riportiamo sotto la traduzione di un messaggio audio – puoi ascoltarlo da QUI – ricevuto da un cristiano locale che, direttamente dal Sudan, ha condiviso le sue impressioni su questa situazione in rapida evoluzione e chiesto preghiera per il suo paese.
Traduzione del messaggio – audio QUI:
Ciao fratello,
Ah…ok, lascia che ti dica brevemente cosa è successo ieri sera: abbiamo visto da parte dei militari un po’ di movimento diverso dal solito. E ora, questa mattina, vediamo che … i militari hanno arrestato il primo ministro, molti ministri, il governo…
Proprio ora, alle 12… il (generale) Burhan, blocca qualsiasi tipo di lavoro con le istituzioni di transizione. Blocca il governo, scioglie il governo. Blocca anche alcuni punti della costituzione, e proclama che ora saranno i militari a guidare la nazione. Liquida anche i governanti delle città, ah… e sicuramente verranno sostituiti con leader militari, generali per ogni città. Ecco le cose di cui siamo certi. Sai come avvengono i colpi di stato militari, o i colpi di stato. Ecco, avvengono così.
Ora è andato alla radio, e sicuramente anche in TV, e ha proclamato ciò che voleva dire. Quindi ora stiamo aspettando, e non sappiamo esattamente che cosa succederà, quale sarà la fase successiva, se i civili accetteranno o meno la situazione. In banca, i dipendenti hanno smesso di lavorare, si rifiutano di recarsi al lavoro per via di questa situazione.
Perfino molti dottori hanno smesso di andare in ospedale, specialmente negli ospedali militari. Si occupano soltanto delle necessità urgenti, ma per tutti gli altri tipi di lavoro si fermano, perché rifiutano quello che sta accadendo nella nazione.
Noi aspettiamo la fase successiva. Se i civili si muovono e protestano di nuovo… stanno già protestando. Hanno già bloccato tutte le strade. La nazione, specialmente la capitale, è letteralmente paralizzata, ogni attività è bloccata. Anche al mercato, nessuno, nessuno, nessuno… non c’è un posto che sia aperto. Quindi, la situazione è questa.
E poi internet – io sto parlando da un’altra zona, ma la connessione internet normale attraverso il cellulare è stata disattivata, così come le reti telefoniche, è tutto spento.
Quindi, ti chiediamo di pregare per il Sudan. Prega per le ore che ci stanno davanti. Speriamo che i cambiamenti avvengano in maniera pacifica. Speriamo di vedere la realizzazione di un accordo pacifico. Ah, noi speriamo, speriamo che tutto proceda in modo semplice e normale.
Possiamo solo aspettare e pregare che Dio intervenga in questa situazione, senza che ci siano spargimenti di sangue. Noi speriamo… speriamo di vedere un cambiamento già nelle prossime ore. Lo speriamo.
Grazie, grazie.