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Pakistan
Leader
Il primo ministro Shehbaz Sharif
Popolazione
229.489.000
Cristiani
4.194.000
Religione principale
Islam
Governo
Repubblica parlamentare federale

Livello di persecuzione

Violenza
16.7
Vita di chiesa
12.9
Vita civile
14.8
Vita sociale
14.8
Vita famiglia
13.8
Vita privata
13.4

Pakistan

Salito di 1 posizione rispetto alla World Watch List 2022.

Fonti di persecuzione

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

In Pakistan vi è un’epidemia silenziosa di rapimenti, matrimoni forzati e conversioni forzate di ragazze e donne cristiane. Ragazze cristiane di appena 12 anni, provenienti principalmente da famiglie povere, vengono rapite, sposate con la forza, abusate sessualmente e costrette a convertirsi all’islam, pena la morte.

Ragazze cristiane sono state anche sedotte per essere convertite all’islam. Molte famiglie non rivedranno mai più le loro figlie, poiché le autorità raramente consegnano i colpevoli alla giustizia. Se il caso arriva in tribunale, le ragazze possono essere costrette a testimoniare di essersi convertite volontariamente. Ciò pone un’enorme tensione emotiva sulle famiglie che costantemente temono ritorsioni da parte dei colpevoli e dei loro sostenitori. Per le vittime che si riprendono, la vergogna del rapimento e dello stupro pone un’enorme ombra sulle loro vite all’interno della cultura pakistana, basata sull’onore. Le donne cristiane sono a rischio di violenze sessuali nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Molte lavorano come domestiche o addette alle pulizie e possono essere prese di mira per scopi sessuali. Così come le donne intrappolate nel lavoro coatto, come avviene nelle fornaci di mattoni.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Gli uomini cristiani sono particolarmente vulnerabili ad accuse ingiuste, mediante la famigerata legge pakistana sulla blasfemia. Molti vivono nella costante paura di false accuse di blasfemia, distruzione delle loro proprietà, arresto, imprigionamento, percosse, torture ed esecuzioni.

Gli uomini e i ragazzi cristiani sono spesso costretti a svolgere lavori di basso rango come pulitori delle strade o delle fognature. Vengono chiamati “chura”, una parola dispregiativa che significa “sudicio”. Molti sono anche intrappolati in cicli di lavoro forzato, come accade nelle fornaci di mattoni. Anche il ceto medio cristiano è considerato socialmente inferiore e subisce discriminazioni sul posto di lavoro.

I responsabili delle chiese possono essere arrestati nel caso in cui non rispettino i desideri delle autorità; questi arresti servono spesso come avvertimenti per intimidire la minoranza cristiana.

Che aspetto ha la persecuzione in Pakistan

I cristiani in Pakistan sono considerati cittadini di seconda classe e sono oggetto di discriminazioni in ogni aspetto della vita. Lavori considerati umili, sporchi e degradanti sono riservati ai cristiani dalle autorità, che continuano a relegarli ai margini della società. Mancano di una rappresentanza adeguata in politica e, sebbene lo scorso anno non ci siano stati attacchi di rilievo contro le chiese, ci sono attacchi quasi costanti contro le persone. Molti non si sentono sicuri di adorare liberamente.

La famigerata legge pakistana sulla blasfemia colpisce le minoranze religiose (incluse quelle musulmane), in particolare la minoranza cristiana: circa un quarto di tutte le accuse di blasfemia prende di mira i cristiani, che costituiscono solo l’1,8% della popolazione. Il numero di casi di blasfemia è in aumento, così come il numero di ragazze cristiane (e di altre religioni minoritarie) rapite, abusate o convertite con la forza all’islam.

Oltre all’ostilità sociale, i cristiani vivono anche l’apatia delle autorità che dovrebbero proteggerli. Le forze di polizia sono più interessate a compiacere gli uomini importanti locali che a far rispettare la legge e proteggere le minoranze. I tribunali hanno risultati leggermente migliori nel far rispettare la legge in modo equo, ma lunghi ritardi sono all’ordine del giorno. I cristiani spesso languiscono in prigione per anni prima che venga emesso un giudizio, ed è allora troppo tardi per apportare cambiamenti.

La comunità cristiana si sente sempre più intrappolata tra i gruppi estremisti islamici che operano nella regione, e un governo che rabbonisce tali gruppi. Si sentono vulnerabili in mancanza di un’autorità degna di fiducia che protegga i loro diritti.

Cosa è cambiato quest’anno

Il Pakistan continua ad essere uno dei Paesi in cui è più difficile vivere come cristiano. Vi è un numero crescente di ragazze cristiane (e di altre religioni minoritarie) rapite, maltrattate e convertite con la forza all’islam. Una bozza di legge sulla conversione forzata è stata respinta dal Parlamento, dopo che studiosi religiosi l’avevano giudicata “anti-islamica” e politici ne avevano negato la necessità. Il numero dei casi di blasfemia, accusa punibile con la morte, continua a salire.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

I cristiani di origine musulmana sono i più vulnerabili alle persecuzioni, sia da parte dei gruppi estremisti islamici (che li considerano apostati) sia da parte di famiglie, amici e vicini che vedono la conversione come un vergognoso atto di tradimento della famiglia e della comunità.

Il maggior parte dei cristiani vive nella provincia del Punjab, che registra di conseguenza maggiori episodi di discriminazione e intolleranza. La provincia del Sindh è nota per essere un importante centro di lavoro forzato, che colpisce anche molti cristiani.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Pakistan

Porte Aperte è attiva nei paesi del Golfo Persico attraverso una rete di chiese partner, ma per motivi di sicurezza non possiamo dire cosa facciamo e dove.

Soggetti di preghiera

Per favore, pregate:

  • che le leggi pakistane sulla blasfemia vengano cambiate in modo che i cristiani siano protetti dalle false accuse;
  • per la protezione delle donne che subiscono violenza domestica e delle ragazze costrette a sposarsi. Chiedete a Dio di operare nel cuore dei loro mariti per trattarle con gentilezza e rispetto;
  • per la saggezza e la protezione di coloro che si prodigano per aiutare le comunità sfollate a causa delle inondazioni dello scorso anno.

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