Kazakistan: I cristiani chiedono preghiere
Kazakistan: I cristiani chiedono preghiere
È stata una settimana tragica per il Kazakistan, con decine di morti – tra cui anche bambini – migliaia di feriti e altrettanti arresti. Lo scorso 5 gennaio, infatti, una serie di improvvise e violente proteste contro l’aumento del prezzo del gas, in particolare ad Almaty, città più popolosa del Paese e sua capitale economica, hanno costretto le autorità a dichiarare lo stato di emergenza nazionale dal 5 al 19 gennaio e portato il presidente Kassym-Jomart Tokayev a sciogliere il governo guidato dal primo ministro Askar Mamin e a nominarne Alikhan Smailov, già vice primo-ministro, come suo successore.
Una richiesta dai cristiani kazaki
“Come dice il Salmo 46:6 ‘Le nazioni sono in subbuglio, i regni cadono’. Stiamo assistendo a quanto velocemente possa cambiare la situazione in un Paese”, ha affermato Jan de Vries*, impegnato nel nostro lavoro a favore dei cristiani dell’Asia Centrale. “Pregate per la Chiesa kazaka in questo momento di agitazione. Pregate anche che non vengano approvate nuove leggi che mirino a limitare la libertà di religione. Il Ministero dell’Informazione e dello Sviluppo Sociale del Kazakistan, che esercita il controllo statale in merito alla libertà di religione o di credo, ha preparato delle modifiche alla legge in vigore per rendere più difficile lo svolgimento di riunioni esterne ai luoghi di culto registrati dallo Stato. Se queste venissero approvate, le chiese non registrate andrebbero incontro a grandi difficoltà“.
Prega per il Kazakistan, Paese alla posizione n.41 della World Watch List 2021, e per i cristiani locali in questo momento di tensione generale.
*pseudonimo