Tagikistan

Tagikistan

Sceso di 2 posizioni rispetto alla World Watch List 2023.

Che aspetto ha la persecuzione in Tagikistan

In Tagikistan non sono permesse attività religiose al di fuori delle istituzioni controllate e gestite dallo Stato. Le comunità cristiane storiche, come la Chiesa ortodossa russa, che comprende la maggior parte dei cristiani del Paese, sono ampiamente tollerate dal regime perché non sono considerate una minaccia dato che tali comunità non si relazionano con i tagiki. Registrare gruppi cristiani non ortodossi o non cattolici è praticamente impossibile, questo rende di fatto illegali tutte le attività religiose svolte da tali gruppi. Nel 2022 il governo ha annunciato che nessuna nuova chiesa poteva essere registrata. Le funzioni religiose vengono spesso interrotte e i cristiani rischiano molestie e arresti per aver tenuto incontri privati di preghiera o per possedere oggetti religiosi “illegali”. Per i bambini vige il divieto di partecipare ad attività religiose pubbliche. I convertiti al cristianesimo di origine musulmana possono ricevere ulteriori pressioni da parte dalle proprie famiglie e comunità locali per rinunciare alla loro fede, basandosi sulla convinzione che un vero tagiko debba essere musulmano.

In che modo le donne sperimentano la persecuzione

A causa della cultura islamica tradizionale del Tagikistan, le donne cristiane ex musulmane sono vittime di discriminazione e persecuzione violenta. Dal momento che l’insegnamento islamico nel Paese obbliga le donne ad essere sottomesse in tutti i modi agli uomini della famiglia, le donne non hanno praticamente alcuna libertà di scegliere la propria religione. Se la loro conversione viene scoperta, le cristiane ex musulmane rischiano di essere vittime di segregazione domestica, picchiate, rifiutate, molestate sessualmente o costrette a sposare un musulmano. In una città, il marito di una donna ha vietato a lei e a suo figlio di andare in chiesa rinchiudendoli in casa.

In che modo gli uomini sperimentano la persecuzione

Come in altre regioni dell’Asia centrale, molti responsabili di chiesa sono uomini. Le autorità li prendono di mira per colpire la chiesa nella sua totalità e generare una certa paura in tutta la congregazione. La polizia interrompe le funzioni religiose e multa i responsabili comunitari per aver organizzato riunioni “illegali”, per il possesso di oggetti religiosi cristiani senza permesso o per la condivisione della propria fede con altri. Se trattenuti dalla polizia, i responsabili rischiano di subire abusi verbali e fisici, minacce, percosse e solleciti a denunciare altri. Gli uomini cristiani sperimentano la persecuzione anche in altre aree della loro vita: sul luogo di lavoro, nelle forze armate, nella comunità locale e persino nella propria famiglia.

La parola a un responsabile di chiesa tagiko

“La buona notizia è che, nonostante tutti i divieti, la chiesa in Tagikistan sta crescendo e, se Dio vuole, continuerà a crescere”.

Cosa è cambiato quest’anno

Non ci sono stati cambiamenti nelle politiche governative riguardo alla libertà di culto dall’introduzione della nuova legge sulla religione, nel gennaio 2018. Questo spiega il continuo ripetersi di interruzioni dei culti, arresti, interrogatori nei confronti dei cristiani, multe e confische di oggetti religiosi cristiani.

Chi è più vulnerabile alla persecuzione

In tutto il Tagikistan i cristiani sono vittime di oppressione da parte delle autorità. Nelle zone rurali i cristiani sono sottoposti ad una maggiore pressione da parte delle loro famiglie e comunità locali.

In che modo Porte Aperte aiuta i cristiani in Tagikistan

Porte Aperte sostiene i cristiani perseguitati dell’Asia centrale fornendo Bibbie e letteratura cristiana, formazione biblica e professionale, assistenza medica e sociale, progetti di sviluppo socioeconomico e progetti per bambini, giovani e donne.

Soggetti di preghiera

Per favore, pregate:

• affinché il governo allenti la presa sulla libertà di culto;
• affinché i convertiti al cristianesimo di origine musulmana sotto pressione non perdano la speranza o la fede in Gesù;
• affinché i responsabili delle chiese e i partner locali abbiano un tempo di riposo per evitare di andare in burn out nel loro servizio.